lunedì 20 dicembre 2010

Voglia di semplicità: crostata di farro e albicocche

Dopo un periodo di silenzio relativamente lungo, ho un po' di tempo da dedicare al mio amato blog e alla lettura delle vostre meravigliose ricette, in gran parte natalizie.

Purtroppo sono assorbita dal lavoro, in pausa pranzo ho sempre 1000 cose cui pensare in casa, la sera sono stanchissima e ultimamente ho sempre concerti, prove, cene con amici e conoscenti (di cui fra l'altro farei volentieri a meno, ma si sa: è obbligatorio nella nostra società vedersi assolutamente prima di natale o dell'ultimo dell'anno, perché ciò significa volersi bene... poi se per tutto l'anno non ci si ricorda più nemmeno di chiedere "come stai?" non fa nulla, perché a Natale ci siamo visti!! ...).

Il risultato è che vedo poco chi vorrei vedere di più e mi dedico pochissimo alla cucina, tranne i frugali pasti quotidiani miei e di mio papà. Giuro che non ho mai fatto la pastasciutta così tanto come in quest'ultimo mese!! Ogni volta che apro la dispensa, mi si stringe il cuore a vedere tutti quei sacchettini a metà di ceci secchi, grano saraceno, riso thai, fagioli di soia... ma ahimè, la fretta è una brutta bestiaccia!! ..così a malincuore richiudo dicendomi "forse fra qualche giorno, quando avrò più tempo...". Io poi che non concepisco il "boccone e via"! Perfino a colazione mi alzo presto per prepararmi qualcosa di serio..


Ho tanta voglia di casa, di atmosfera natalizia, di intimità... in un parola: di semplicità!
E non c'è niente di meglio, secondo me, di una bella crostata di marmellata per allegorizzare questo concetto.. ovviamente con le dovute rivisitazioni :)

CROSTATA DI FARRO E ALBICOCCHE

Per la frolla all'olio (ad occhio):

200 g farina integrale di farro
50 g di farina di mais fioretto
2 cucchiai di fecola
1 cucchiaino di bicarbonato
scorza d'arancia grattuggiata
7-8 cucchiai di olio extravergine d'oliva
80 g di zucchero di canna
acqua q.b. per impastare
un pizzico di sale

Per la farcia:
1 vasetto di confettura extra di albicocche Luxardo

Preparare la pastafrolla all'olio miscelando le polveri, bagnandole con l'olio mentre si lavora bene con le dita. Poi si aggiunge acqua (volento anche del latte) appena appena per impastare la frolla. Lasciar riposare coperta con pellicola in frigo per almeno mezzora.
Accendere il forno a 180°. Stendere la pasta e tenerla dello spessore di circa 5-8 mm, foderare una tortiera in silicone e ritagliare l'avanzo per farne le classiche striscioline. Stendere un generoso strato di confettura (è buonissima, mi fa impazzire!) e fdistribuire le striscioline. Infornare per circa 30 minuti, controllando che non imbrunisca troppo.
Non può non tirarvi su il morale, in qualunque momento :)



Credo proprio che questo sarà l'ultimo post dell'anno, visto come vanno le cose da queste parti, perciò colgo l'occasione, senzza troppi fronzoli, per augurare a tutti i bloggers:


PASSATE DELLE BUONE FESTE
in armonia e
in semplicità!


mercoledì 1 dicembre 2010

Crocchette di zucca e pistacchi con i cornflakes

Un Paese stracolmo di rifiuti tossici e puzzolenti??
Studenti costretti sui tetti???
Operai costretti a vivere su torrette??
Governanti incapaci, egoisti e criminali??
Manifestazioni in tutte le città d'Italia??
Sempre meno soldi in bustapaga???
Sempre peggiori i sonni degli Italiani???





... nessun commento. Solo, cuciniamoci su...







CROCCHETTE DI ZUCCA E PISTACCHI
CON I CORNFLAKES


250 g zucca cotta a vapore e schiacciata
1 patata media
125 g pistacchi sgusciati e tostati
150 g tofu
pangrattato
2 manciate di cornflakes (io avevo fiocchi di mais e riso)
1 albume
sale, pepe

Cuocere la patata al microonde alla massima potenza per circa 10 minuti, avvolta dalla pellicola. Una volta cotta, pelarla e schiacciarla insieme alla zucca. Sbriciolare il tofu al naturale, unirlo al composto e frullare il tutto. Aggiustare di sale e pepe. Aggiungere anche il pangrattato quanto basta per formare un composto più sodo.
Tritare grossolanamente i pistacchi, pestare i cornflakes e mescolarli.
Bagnare i palmi delle mani e formare delle palline con il composto, passarle nell'albume e poi nei pistacchi con cornflakes. Disporre su una placca ricoperta di carta da forno e infornare a 200° per circa 15 minuti. Il risultato è a dir poco meraviglioso!

quello che ci vuole per tirarci su: teniamoci occupati e consoliamoci con qualche buon boccone.







Baci a tutti!

martedì 23 novembre 2010

Staffetta dell'amicizia e.. ancora zuppa! ..stavolta di finocchi




Trovo questa idea della Staffetta dell'amicizia davvero ottima, l'ideale per conoscerci meglio! Mi ricorda un po' le interminabili catene che giravano via mail qualche anno fa, con centinaia di domande (e che avevamo pure il tempo di compilare!!).. ma in fondo mi piaceva leggere come rispondevano gli amici e rispondere a mia volta :)

Perciò, non so da chi sia partita, comunque la giro, come sempre, a CHIUNQUE abbia voglia e tempo di farla. Non mi piace vincolare solo alcune persone perché tutte voi, che seguo e da cui sono seguita, siete in qualche modo speciali e sarei curiosa di conoscervi tutti!
...Inoltre, facendo un giretto nei vostri blog, mi sono resa conto che da voi è già passata questa staffetta!

GRAZIE ANCORA, Giulia!!!


LA STAFFETTA DELL’AMICIZIA

1) Quando da piccoli vi domandavano cosa volevate fare da grandi cosa rispondevate?
Fino almeno ai 5-6 anni la pittrice.. mi ero anche fatta regalare un piccolo cavalletto con tela e colori ad olio (sprecati subito in un buffissimo disegno). Poi mi sono lanciata con le fionde e i lavoretti con il legno, quindi per tutte le elementari ho creduto fermamente di voler diventare falegname.

2) Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
è quasi magia Johnny, Lady Oscar, Occhi di gatto, Pollon, Mila e Shiro…

3) Quali erano i vostri giochi preferiti?
Ho sempre evitato i giochi a squadre tipici della ricreazione e dell’oratorio, per il terrore di essere incolpata della sconfitta dell’intera squadra (si sa come siano spesso crudeli i bambini fra di loro), dato che ero molto scarsa nelle prestazioni sportive.. Avendo da sempre molta fantasia, preferivo i giochi di ruolo del tipo: “facciamo che io ero una bambina povera e tu un orso etc..”

4) Qual è stato il più bel vostro compleanno e perchè?
le singole feste nella mia memoria sono una nebulosa di parentado e poche amiche di scuola.. Però una bellissima festa è stata l’anno scorso, perché Diego mi ha organizzato una sorpresa in un locale fantastico (il Jamaica) con tutti i nostri amici presenti, proprio tutti!

5) Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
Fumare un joint ad Amsterdam, leggere tutti i libri consigliati in prima liceo dal mitico prof di lettere, mangiare al ristorante giapponese, andare in vacanza in Salento e in Sicilia, ascoltare tutte le opere liriche di Mozart, visitare Londra, fare un tour enogastronomico in Toscana, adottare uno scottish fold, una testuggine, una capretta e un asinello (anche non tutti insieme!) …

6) Quale è stata la vostra prima passione sportiva e non?
dopo un disastroso tentativo con il corso di nuoto, a 6 anni mia mamma ha finalmente deciso di assecondare la mia passione per le arti marziali, perciò ho praticato karate fino alla 2 media, con risultati anche molto buoni!

7) Quale è stato il vostro primo idolo musicale?
Ho sempre detestato la voce di Cristina D’Avena, delle Spice Girls, dei BackStreetBoys etc. mentre adoravo –e adoro- gli Skunk Anansie (ho avuto una sorella maggiore fortunatamente) e gli Aqua.

8) Qual è stata la cosa più bella chiesta(ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia?
a circa 9-10 anni, mi hanno regalato il Meccano! Ero contentissima, anche se desideravo il nintendo o qualcosa di simile.. per fortuna non ho mai avuto queste schifezze elettroniche, così mi dedicavo ai braccialetti, ai lego, alla pizza… preferivo produrre qualcosa con le mie mani. I ragazzini di oggi sapranno anche cos’è un byte, un blue ray e un fotolog, ma a 20 anni non sapranno cuocere un uovo né infilare un filo nella cruna dell’ago!

ed ora, mi sono lasciata tentare di nuovo dalla raccolta di Ti cucino così, tutta invernale e perciò da me molto amata...



VELLUTATA DI FINOCCHI PROFUMATA


3 finocchi (solo la parte dura esterna)
1 carotina
1 gambo di sedano bianco
1 patata piccina piccina
2 spicchi d'aglio
un pezzettino di alga kombu
acqua q.b.
sale alla lavanda
pepe
qualche goccia di salsa di soia e/o semi di lino


Lavare e tagliare la verdura mentre si scaldano circa 3 mestoli di acqua in un tegame insieme all'alga. Versare la verdura e lasciar cuocere almeno 20-25 minuti. Aggiungere 1/2 cucchiaino di sale aromatizzato (io l'avevo alla lavanda, ma va benissimo alle erbe) e passare tutto al minipimmer. Assaggiare e, eventualmente, aggiungere un altro mezzo cucchiaino di sale.
Spegnere il fuoco. Tostare il classico pane integrale, oppure spezzettarne uno già raffermo nelle scodelle e coprire con la vellutata. Finire con qualche goccia di salsa di soia e, se ne avete, con semi di lino o di papavero, che danno un tocco di colore - io sono rimasta senza :(((





giovedì 18 novembre 2010

Crema di carota e mela all'anice

La solita solfa. Tra un attacco di malinconia e un attimo di euforia (no, non sono schizofrenica.. almeno non ancora!), tra una sfilza di cappuccini e weekend passati a cantare, in cucina riesco a malapena a ritagliarmi un angolino solo per me, senza pensare.. Ragionare sugli ingredienti aiuta a concentrarsi su un esito che, se da un lato non è di vitale importanza per risolvere le il problema della fame del mondo o le relazioni internazionali fra oriente e occidente, dall’altro non mi rattrista né scatena paturnie.
Credo sia questo il motivo principale per cui amo stare in cucina. Anche solo per una tisana pomeridiana. Mi piace assemblare le varie erbe essiccate per scoprire se il sapore è come me lo sono immaginato.
Insomma, w gli intrugli!
E questa cremina è nata così: un esperimento (come tutte le ricette che leggete in questo blog pasticcioso) di connubio, un matrimonio azzardato e anche molto ben riuscito! Nessun divorzio nell’aria ancora :)
Adoro i piatti a metà fra il dolce e il salato! Per questa ricetta ho usato del sale, ma l’impiego della mela e delle uvette rende la crema (o vellutata, o zuppetta, che dir si voglia!) irrimediabilmente e stupendamente dolce!


CREMA / VELLUTATA DI CAROTA E MELA ALL'ANICE
Per 3:
5-6 carote medio-piccole
1 patata piccola
½ cipolla
1 cuore di sedano
½ mela golden (o una intera piccola)
anice
uvetta
acqua calda salata q.b.

Dorare la cipolla e il sedano in poco olio in u
n tegame capiente. Aggiungere anche le carote e le patate tagliate a dadini e dopo un minuto bagnare con l’acqua calda o del brodo vegetale leggermente salato. Io ho messo circa 3 mestoli a inizio cottura e ne ho aggiunto un quarto dopo, quando ho frullato, perciò ci si regola alla fine con la densità. Aggiungere l’anice e continuare la cottura delle verdure per circa 15-20 minuto. Nel frattempo tagliare la mela a fettine e aggiungerla alla zuppetta. Continaure la cottura. Dopo 10-15 minuti controllare la cottura: se le mele si spappolano e le verdure sono ben friabili, è il momento
dell’affezionato minipimmer! Frullare bene il tutto, aggiungendo dell’altra acqua se necessario, ma senza spegnere il fuoco. In ultimo, aggiungere le uvette, spegnere il fuoco e lasciar intiepidire leggermente.
Servire in scodelline, possibilmente di terracotta (magari !! ), se lo gradite con qualche pezzo di pane integrale abbrustolito.

Una delizia d’antipasto o un buon primo per una fredda cena invernale!


Partecipa alla raccolta invernale di Ti cucino così:



martedì 9 novembre 2010

Metti un finocchio a cena...



In anticipo rispetto ai tempi stabiliti (sarebbe domani il giorno del "finocchio a cena") - a causa di impegni lavorativi e blabla.. - eccomi qui insieme a tantissimi di voi a manifestare anche il mio disgusto, dissenso, dispiacimento .... e tutti i sinonimi con il suffisso DIS- che vi vengono in mente!!!!

Finora ho sempre lasciato fuori da questo spazio le tematiche politiche e sociali (pur essendo abbastanza mobilitata sul fronte), perchè ritengo che i media invadano fin troppo la nostra vita e i nostri spazi ogni giorno, bombardandoci con argomenti spesso e volentieri futili, su cui comunque tutti abbiamo un'opinione nel bene o nel male..

Ma avete proprio ragione: questa volta è stato toccato il fondo, anzi, stanno scavando una fossa oltre il fondo e spero che ci si seppelliranno per sempre!

Vorrei davvero dire addio a questo Governo, anzi, a tutta la classe dirigente politica. Credo sia assolutamente necessario rinnovarla completamente, con gente fresca, giovane, che abbia ancora volgia di lottare disinteressatamente per ideali in cui crede, e non solo per difendere i propri interessi.. e comunque sempre nel RISPETTO degli altri!



Perciò partecipo a questa causa con la mia ricetta con il finocchio:




SFORMATO DI OKARA CON FINOCCHI E ARANCIA


Per 2-3 persone:

okara derivata da 250 g di fagioli di soia
1 finocchio
1 carota
1 arancia
2 spicchi d'aglio
pane integrale raffermo rinvenuto nel latte di soia
cardamomo, peperoncino
1 mestolo di brodo vegetale/acqua calda
olio, pangrattato
sale, pepe


Innanzitutto inzuppare il pane (qualche fetta) nel latte, mentre si stufano le verdure in padella, con l'olio, l'aglio, il pizzico di peperoncino e il bacello di cardamomo (che poi verranno eliminati). bagnare le verdure con poca acqua/brodo vegetale e lasciar stufare.
A parte cuocere l'okara (per me al naturale è un po' indigesta, anche perché praticamente sono fagioli crudi frullati..) con il restante brodo caldo e la buccia dell'arancia grattugiata.
Spremere metà arancia e versare il succo nei finocchi, alzare la fiamma e far asciugare.
Una volta cotti, versare l'okara nella verdura, aggiungerci il pane ben strizzato e mescolare per bene.
Ungere uno stampo da plum cake, cospargere col pangrattato e versare l'okara. Affettare la restante arancia e decorare. Oleare, salare, pepare e spruzzare di pangrattato la superficie.

Infornare a 200° per 20-30 minuti.





Délicieux, ce fenouil! ...e chi disprezza non gode..
affari suoi, noi GODIAMO :)

sabato 6 novembre 2010

per Milly

Questo è un blog di cucina, ma ormai ho raccontato varie cose della mia vita e alcuni di voi mi conoscono anche per altri aspetti, oltre a quello culinario.
Per questo credo sia legittimo esternare il fastello di emozioni che mi esplodono dentro, oggi in particolare... perché da stamattina la mia Milly non c'è più.

Triste? ..ovvio.. ma anche sollevata, ha sofferto troppo, e noi con lei.

Tutto qui: un saluto, con tanta tristezza nel cuore, alla mia ciotti




061110

Dopo di te

ci sarà il sole,

la luna, il grano,
la guerra,
la pace, la fame,
la bontà...

senza di te.

Oggi il mondo
è viola e giallo.

[Ho imparato a conoscerlo con te]

domenica 31 ottobre 2010

Torta paesana per il contest di Giulia



Finalmente ho trovato il tempo di farla, la ricetta della nonna, o meglio, la ricetta di tutte le nonne della brianza, che ancora stuzzica la nostra memoria con i ricordi infantili attraverso le nostre papille!
La torta paesana, o torta al latte, o ancora "turta mica e lacch", è una delle eccezioni nel panorame variopinto della pasticceria, perché non ha ricetta. Niente dosi, né ingredienti fissi da memorizzare... Ogni nonna la fa a modo suo! Devo dire che, come non ne ho mai assaggiata una uguale all'altra, non ne ho mai provata nessuna che non mi piacesse.

Ovviamente si tratta di un dolce povero, della tradizione contadina, perché si recupera il pane secco di giorni. Il pane da impiegare dovrebbe essere la "michetta", o perlomeno questo è il pane della nostra tradizione (anche se a me non piace per niente, tranne che in questa preparazione!), e il latte quello intero. Poi c'è chi ci mette il burro e chi no, chi gli amaretti, chi l'aroma di arancia, chi i canditi, perfino gli zuccherini colorati sulla superficie (le nonne più all'avanguardia che vogliono fare piacere ai nipotini)!

Personalmente non ho voluto emulare la torta della mia nonna, proprio per il motivo sopraccitato: dato che non mi sarebbe mai e poi mai venuta uguale alla sua, pur attenendomi al ricordo che ho di quel sapore di casa, di merenda e di famiglia, ho preferito farne una versione mia, come una vera nonna!! :)

Dunque, anche se questa NON è la torta dei miei ricordi, credo di poter partecipare al contest delle Madeleines proustiane anche solo per il sogno ad occhi aperti che mi sono fatta impastando e inventando. mi sono sentita importante, stavo creando la MIA torta paesana!!
Spero che qualcuna di voi capisca cosa intendo dire..


Ed ora, come una vera nonna brianzola, indico il procedimento, ma non le quantità! A voi libero arbitrio!!
p.s. è molto difficile combinare guai con questa torta, anche senza dosi.. provare per credere!




LA MIA TORTA PAESANA
(variazioni sul tema)

pane secco bianco (possibilmente michette)
latte intero (io ho usato quello di soia)
biscotti oro saiwa alle nocciole

2 cucchiai di cacao amaro
1/2 bustina di preparato per budino dell'Equosolidale (sostituibile con 1 cucchiaio di cacao in più e 1 di fecola)

2 cucchiai di zucchero di canna

1 cucchiaio di cannella

uvette
castagne arrosto pelate

pinoli

1 pera matura



Lasciare a bagno il pane posso nel latte per una notte.
Il giorno dopo lavorarlo bene con una forchetta, aggiungendo dell'altro latte se ce ne fosse bisogno. Aggiungere i biscotti ridotti a farina, lo zucchero, la cannella, il cacao e il preparato per budino. Alla fine mettere castagne, uvette e pinoli e la pera tagliata a piccoli dadini.

Versare nello stampo di silicone oppure in uno stampo unto e infarinato.
Infornare in forno già caldo e cuocere a 180° per almeno 40 minuti.

La prova
stecchino vale fino a un certo punto, perché la torta di latte deve rimanere bagnata all'interno. Controllare solo che la superficie non annerisca troppo.


Mangiare fredda.

Distribuire ai bambini rigorosamente nella carta stagnola!

Il giorno seguente a colazione è più buona! (...potere della
suggestione dei ricordi??)



Un bacio a Giulia, a tutte le nonne e i loro nipoti che ne seguono le orme, mettendoci un pizzico di se stessi nelle proprie creazioni.


mercoledì 27 ottobre 2010

Chapati-roll ripieno

Eccomi qui, tornata dalle mie vacanze consumate in ritardo - e perciò attese con immensa trepidazione! - in un paese pieno di contraddizioni, affascinante, disarmante.. l'Egitto.

Vi risparmio la solita enumerazione delle meraviglie visitate, che credo siano abbastanza conosciute, vi dico solo qual è la mia preferita: Abu Simbel.... "Embeh - direte voi - questa ha scoperto l'america!" ... lo so, sono arrivata un po' tardi, ma quel luogo (che non descrivo a parole, perché non gli renderebbero giustizia) è decisamente la cosa più bella che io abbia mai visto.. mi sono messa a piangere come un'idiota davanti al tempio di Nefertari! Un po' per ignoranza (a scuola mica si studiano queste cose! e nemmeno alla facoltà di Storia dell'arte!! ma è mai possibile?!?), un po' per il senso di inferiorità che ci affligge, rispetto ai nostri antenati, i quali - al contrario di noi..- sfruttavano al 1000% l'intelletto, le materie prime, l'abilità e tutto ciò di cui disponevano. Insomma, pur non avendo a disposizione chissacchè, le piramidi le hanno costruite loro..

Ma bando a queste digressioni sulla mia ignuranza :)

inutile dire che anche in motonave il cibo è ottimo. Merito innanzitutto della materia prima (frutta e verdura sono molto più saporite e credo anche nutrienti, alcune volte mi capitava di non digerire nemmeno la frutta!), ma sicuramente anche dei cuochi.
Non mi soffermo neanche a elencare tutto ciò che ho assaggiato e che mi è piaciuto, visto che nulla mi è dispiaciuto :p. Indico solo alcune curiosità:

- gli egiziani mangiano i datteri FRESCHI, ossia appena raccolti dalla palma. Ve ne sono di 2 tipi: rossi e lunghi, arancioni e cicciotti. Quelli che troviamo noi al supermercato e nei cesti di natale, anche se sono coltivati in medioriente o in Africa, sono maturi e probabilmente trattati. Quelli freschi sono duri e filamentosi, freschissimi e comunque molto dolci!

- i falafel li fanno solo con le fave, non con i ceci (pur utilizzando tutti i legumi nella loro dieta)

- esistono frutti mai visti: la guafa/guava (pera+arancia), le arance verdi (tipo mapo) e i melograni sono dolcissimi.

- le cose che ho gradito di più sono i loro falafel (i migliori che abbia mangiato finora!!!), l'hummus, le zuppe, la zucca stufata, il pane cotto sulla fiamma viva tipo pita, il pesce al limone, lo yogurt con la verdura tipo tzatziki.



Nostalgicamente, per ricordare i sapori di altre terre, oggi posto un fingerfood che ho fatto l'inverno scorso, anche se con l'Egitto non c'azzecca proprio niente :)


CHAPATI-ROLL FARCITO

Per 2-3 chapati:

1 bicchiere di farina 00

1 bicchiere di farina integrale

1/2 cucchiaino di sale

1 cucchiaino scarso di curry forte

acqua tiepida q.b.

1 cucchiaio di olio

Impastare le farine setacciate, il curry e il sale con l’acqua, versandone poca alla volta. Quando sarà possibile, formare delle palline che stiano ben racchiuse nel palmo di una mano e lasciar riposare mezzora coperte con un panno umido.

Stendere la pasta su un piano infarinato, deve avere uno spessore di circa 3 mm. Non sovrapporle! Appena formate queste “piadine”, scaldare per qualche minuto a fuoco alto la piastra delle crepes, ungetela con l’olio (sarebbe perfetto il ghee) e spandetelo ben bene con dello scottex su tutta la superficie. Scottare ogni chapati 20 secondi per lato, poi accendere immediatamente il fornello accanto e lasciar gonfiare il pane, tenendolo con le pinze proprio sopra al fuoco e girandolo una volta sola. Quando compariranno dei crateri sulla superficie è pronto!

Velocissimo! Occorre un po’ di malizia, anche io ogni tanto mi dispero per i pessimi risultati.. work in progress ;)

Io ho deciso di utilizzarlo a mo’ di piadina e l’ho insaporito con il curry, ma in realtà il chapati si consuma in purezza, per accompagnare le già speziate pietanze, spesso molto piccanti. Per farne un roll, è necessario farcirlo immediatamente, altrimenti si secca e poi si spezza – non che dopo non sia più buono, anzi!

Io l’ho farcito con un misto di verdure (carote, porri e fagioli) saltate con peperoncino, erba cipollina. Condito il tutto con salsa yogurt (yogurt, aglio, limone, tahin), è squisiterrimo!!!



mercoledì 6 ottobre 2010

Torta "nuvola" cocco e ananas

Questo dolce buono buono lo dedico alla carissima Giulia, che è finalmente tornata dalle vacanze-lavoro e che può continuare a far sognare i nostri occhi e le pupille e papille!! Bentornata Giu!!

Ho finalmente trovato il modo di ottenere la sofficità di un cuscino (o - più poeticamente - di una nuvola) anche senza uova né burro: il minipimmer! non l'avevo mai utilizzato per gli impastidolci prima, tranne per le creme vegane o con la ricotta.. da adesso lo userò sempre per gli ingredienti "liquidi", perché si incorpora aria molto più che con la frusta.





TORTA "NUVOLA" CON COCCO E ANANAS


60 g olio di semi
2 vasetti di yogurt magro all'ananas
2 cucchiaini di miele chiaro e fluido
4 cucchiai di fruttosio
150 g farina 00
50 g di maizena
1 bustina di lievito
1/2 ananas tagliata a pezzettini
150 g di farina di cocco (cocco disidratato grattugiato)
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere


Versare in una terrina lo yogurt, l'olio, il miele e 2 cucchiai di fruttosio e montare il tutto con il minipimmer ad alta velocità. Aggiungere le farine e il lievito setacciate, il cocco e il cardamomo. Alla fine aggiungere 1/3 circa dell'ananas a pezzettini. Ungere e infarinare uno stampo da 24 cm e versare l'impasto fluido. cospargere di ananas e cocco, poi distribuire il restante fruttosio sulla superficie. Infornare in forno caldo e cuocere per almeno 40 minuti a 180 gradi. Quando la superficie inizia a dorare fare la prova stecchino.


è BUONISSIMISSIMA!!! SCOMMETTETE???


domenica 26 settembre 2010

Gnocchetti al pesto di salvia e nocciole

Sono sempre di fretta in questi giorni, ma sto facendo 3-4 lavori insieme (giuro!) e ho sempre qualche grillo parlante per la testa :p
Però adesso mi ritaglio 5 minuti per postare questo primo superlativo, perchéè squisito, favoloso anche nelle consistenze, morbida quella degli gnocchi e granulosa quella del pesto profumatissimo.
Ci tengo a precisare che l ricetta del pesto di salvia e nocciole è di mammafelice di cottoalvapore, ed è davvero meraviglioso! In primis, quindi, la ringrazio per questa dritta, che mi ha fatto fare bella figura anche con gli ospiti ;)






GNOCCHI DI SEMOLA
AL PESTO DI SALVIA E NOCCIOLE di Cottoalvapore




per 2 porzioni di gnocchi:

1 patata media
1/2 zucchinacruda grattuggiata
semola di grano duro q.b.
sale, curcuma un pizzico

per il pesto (riproposto da me):

circa 15 foglioline di salvia tenere
una manciata di nocciole tostate
l'altra metà della zucchina grattuggiata
mezzo spicchio d'aglio
sale e pepe
olio extravergine d'oliva q.b.


Il pesto è stato fatto giorni fa, ne ho preparati tanti vasetti piccini e congelati, pronti per un uso immediato! Sono praticissimi, perché quando ne ho bisogno ne scongelo uno la mattina all'alba prima di uscire e poi al mio ritorno devo solo cuocere la pasta e condirla.

Per gli gnocchi: ho avvolto la patata con la buccia nella pellicola e ho cotto al microonde al max per circa 10 minuti. Ho sbucciato e schiacciato con la forchetta, poi ho grattugiato la zucchina cruda, ho aggiunto sale, curcuma e semola q.b.. Ho impastato, formato gli gnocchi(con grande facilità devo dire, perché l'impasto non era per niente appiccicoso) e messi da parte. Ho fatto bollire dell'acqua salata e li ho cottiper 2 minuti. Ho scolato e condito con il pesto e un filo d'olio (il mio pesto è molto denso, va diluito).

Promossa la semola per fare gli gnocchi!! mantengono una grande morbidezza senza scomporsi minimamente.. un po' come tante ballerine!

Buona settimana!

domenica 12 settembre 2010

Crepes vegan con verdure e baba ganouj


Lo so, sono fissata con gli involtini in questi mesi (anzi, in generale)! Li trovo bellissimi a vedersi, ma anche molto pratici da mangiare fuori casa. Infatti ho iniziato a preparare delle farifrittate morbide, somiglianti a crepes, ripiene e arrotolate da portare con me come spuntino universitario, tempo fa. Poi ci ho preso gusto e continuo a sbizzarrirmi con i ripieni e l’impasto di queste crepes senza uova, anche se gli spuntini universitari sono ormai un ricordo :)

Dunque, il ripieno di queste crepes in particolare è un riciclo di verdure grigliate avanzate, ma ho provato a metterci di tutto. Ad esempio, d’inverno adoro imbottirle con porri e carote. Mi piace però introdurre un ingrediente “liquido” per simulare una mayonnaise o un formaggio fuso (che a casa mia vanno razionati), anche perché la farina di ceci prosciuga la gola!

Di solito uso una salsa yogurt (yogurt bianco, tahin, aglio, succo di limone), ma in questo caso ho usato una cosa proprio sfiziosa e curiosa: il baba ganouj! L’ho mangiato qualche settimana fa in un ristorante siriano-libanese di Milano (io e il mio moroso abbiamo ricevuto una smartbox “sapori dal mondo”) e l’ho rifatto il giorno dopo a casa, anche se l0esito non era proprio uguale.. diciamo che doveva venire bianco e invece è riuscito grigino-violaceo.. ma comunque ottimo. Si tratta di un piatto della tradizione mediorientale, freschissimo e leggerissimo, a base di polpa di melanzana cotta al forno senza condimento. Adoro questa cucina asiatica, perché è piena di salsine e sapori freschissimi!!

Ma veniamo ora a queste crepes (anche in questo caso, si tratta di una ricetta vegan):

CREPES VEGANCON VERDURE GRIGLIATE E BABA GANOUJ



Per circa 3 crepes:

2 bicchieri di farina di ceci

1 bicchiere di farina 00

2 cucchiaini di curcuma

Latte di soia e acqua qb

Sale, pepe







Per il ripieno:

2 zucchine grigliate

1 cipolla rossa grigliata



Per il baba ganouj:

2 melanzane grandi

2 cucchiaini di tahin

3-4 foglioline di menta

Sale

½ limone spremuto

1 spicchio d’aglio

Avevo già preparato il Baba Ganouj il giorno prima: ho pulito le melanzane, le ho bucherellate con uno stuzzicadenti e le ho avvolte nella carta stagnola, poi le ho infornate a 200° per almeno 40 minuti, finche la polpa è abbastanza morbida. Una volta freddate, Le ho frullate insieme agli altri ingredienti. Se risultano troppo umide, asciugarle in una padella antiaderente senza aggiunta di olio.


Per la pastella, ho amalgamato le polveri e alla fine ho aggiunto il latte e l’acqua q.b. per far “scrivere” l’impasto. L’ho messo in frigorifero mezzora, poi ho scaldato la piastra per crepes, l’ho unta leggermente passando lo scottex imbevuto di olio e poi ho versato l’impasto, un mestolo alla volta, ripassando ogni volta lo scottex.

Le crepes sono pronte! Ora, se preferite potete farcirle e mangiarle alla vecchia maniera, io ho spalmato su un lato il baba ganouj, ho disposto le verdure lasciando vuoto solo un piccolo lato, poi ho arrotolato. Ho lasciato nella padella calda per 2 minuti e poi le ho divorate!


giovedì 2 settembre 2010

Crostata maculata: farro, more e filadelfia

More, more e more!!

Ne raccogliamo a chili ogni volta che andiamo dell'orto, lungo il tragitto! ..Di marmellata ne abbiamo già fatta troppa, non sappiamo più cosa inventarci!
Oltre a questa torta inventata lì per lì, la prossima creazione sarà l'aceto di more (quando sarà pronto, fra non meno di un mese, lo posterò): dovete sapere che ho passato il weekend a Lucca e Pisa e mi sono innamorata di questo aceto nero nero, dai riflessi violacei -assolutamente incantevole! Tornata a casa, ho subito fatto una ricerca e ho scoperto che non ci vuole nulla a farlo in casa, utilizzando un aceto di vino bianco. Certo, il sapore non sarà lo stesso, ma non ci lamentiamo ;)
Per questo dolce ho trovato una via di mezzo fra la cheesecake e la crostata: la base è la mia solita frolla vegan, ma al farro (che secondo me con le more è uno spettacolo!! Sia per le papille che perle pupille, perché i colori sono molto belli); mentre per la cremina ho usato un formaggino, lo yogurt e la polpa di more frullata. Poi l'effetto "maculato" è venuto da sè: dovevo finire la polpa di more perché era troppa per la cremina, così l'ho fatta sgocciolare sulla superficie!


CROSTATA MACULATA:
MORE E FILADELFIA

Per la frolla (vegan):
150 g farina integrale di farro
50 g farina 00
50 g di maizena
4 cucchiai di olio di semi (io avevo solo un olio d'oliva leggero)
scorza grattuggiata di mezzo limone
un pizzico di sale
3 cucchiai di zucchero di canna (aumentate se vi piace dolce)
1 cucchiaino da caffé di bicarbonatolatte (di soia se volete veganizzare) o acqua q.b.

Per la crema alle more:
160 g di filadelfia standard (usate del tofu frullato per veganizzare)
125 g di yogurt naturale intero (di soia)
2 cucchiai di maizena mescolati con altrettanta acqua
150 g di more frullate con 2 cucchiai di zucchero

Ho preparato la frolla disponendo le farine a fontana col sale, la buccia del limone e il bicarbonato. Ho aggiunto lo zucchero e nel buco ho versato l'olio e ho iniziato a impastare con le mani. Quando la farina diventa sabbiosa ho aggiunto poco latte e ho continuato a impastare aggiungendone poco alla volta, finché si riesce a lavorare. Ho fatto una palla e l'ho messa in frigo. Ho acceso il forno a 180°.
Intanto ho preparato le more lavate, frullate e setacciate a cui ho aggiunto lo zucchero. Ho mescolato con una forchetta il filadelfia con lo yogurt, aggiungendo poca polpa di mora per volta, finché assume un colore viola non troppo scuro. A me sono avanzati 2 bei cucchiai di more frullate, da conservare per la copertura. Ho aggiunto anche la maizena con l'acqua, per addensare, poi ho mescolato aiutandomi con una frusta. A piacere si può aggiungere dello zucchero vanigliato o dell'essenza di vaniglia che con le more secondo me sta benissimo.
Ho tirato fuori dal frigo la frolla e l'ho stesa, foderando uno stampo di silicone. Ho riempito tutto con la cremina al filadelfia, livellando, poi sopra la superficie ho lasciato sgocciolare un cucchiaio intinto nella polpa di mora, per creare quel "maculato" che mi piace tanto :)

Ho infornato e ho lasciato per circa 30 minuti, finché la crosta non iniziava a diventare marroncina.





Accorgimenti:
la cremina non era moltissima, quindi se vi piace più alta vi consiglio di aumentare le dosi di tutto.
Per quanto riguarda la frolla, fatta in questo modo è friabilissima, molto morbida e il farro (di gran lunga la mia farina preferita!) le dà un saporino più deciso, che non sta per niente male con la tipica cremina da cheesecake (che secondo me diventa stucchevole se si esagera).
Conservare in frigorifero è meglio, se non la si divora tutta subito ;)

domenica 22 agosto 2010

Kanten o gelatine di frutta all'aloe

Trovo questo dolce f a v o l o s o ! A fine pasto non è per niente pesante, anzi, è un modo più piacevole di mangiare la frutta, anche dopo una mangiata epica (confermo!), perché rimpiazza il momento della frutta e quello del dolce, senza troppi sensi di colpa, così magari possiamo fare finta di essere persone giudiziose almeno per una delle 20 portate! ..certo, poi dipende dalla quantità di zucchero che ci mettete e da come lo guarnite..
Quest'estate l'ho fatto e rifatto un sacco di volte, usando abbinamenti succhi-frutta ogni volta diversi. Ho letto molte ricette per fare il kanten di frutta, sperimentandone diverse versioni. Quello che ho desunto è che ci sono sostanzialmente due tipi di questo "budino" naturale (a parte le sottili differenze di quantità, tipologia di frutta, liquido utilizzato..): alcuni frullano il tutto una volta gelificato per ottenere una crema da gustare al cucchiaio in coppettine, altri invece preferiscono mantenere la trasparenza della gelatina lasciando i pezzi di frutta interi e ben visibili all'interno, con un bell'effetto scenografico.

Ho provato entrambe le versioni, oggi vi propono la seconda, perché non ho foto della prima.. Però vi assicuro che se frullate un buon kanten di pesche, ottenete una cremina fantastica da spalmare su una base di crostata o una qualsiasi base da cheese-cake, che poi può essere ricoperta da tante belle fragole fresche, è un dolce sublime e freschissimo!
Ma ora parliamo del:




KANTEN DI FRUTTA ALL'ALOE

500 ml di acqua
2 cucchiaini di té all'aloe *
2 cucchiai di miele (o di più, se lo volete più dolce)
250 g di fragole
1/2 limone spremuto
1 cucchiaio di miele o zucchero
1 mangiata generosa di uvette
1 cucchiaio colmo di agar agar in fiocchi



Tagliare le fragole a metà o in quarti, mescolarle con limone e miele o zucchero e lasciar macerare.
Nel frattempo far bollire l'acqua e fare il té di aloe. Sciogliere 2 cucchiai di miele e poi inserire l'agar agar e far bollire per 15 minuti. Togliere dal fuoco e far intiepidere leggermente. Preparare delle coppettine, bagnarle e scolarle, inserire un cucchiaio di uvetta sul fondo. Versare il té caldo filtrato nelle coppette lasciando 1,5 cm dal bordo, per inserire le fragole. Conservare il sughetto delle fragole per guarnire i kanten una volta pronti. Far freddare e riporre in frigorifero per qualche ora, finché la gelatina sarà ben rappresa. Servire col succo delle fragole o un po' di marmellata o sciroppo di frutta e frutta secca.
















*
Questo té fantastico si sposa molto bene con il dolce delle fragole e delle uvette! Ovviamente qui è introvabile, lo conservo gelosamente dal viaggio in Germania perché non saprei dove rifornirmi!





Questa ricetta partecipa alla raccolta di Lella: "TANTO GUSTO CON LA FRUTTA"



martedì 17 agosto 2010

Fingerfood mediterraneo: involtini di melanzane


Ecco uno dei pochi ortaggi che ho imparato ad apprezzare col tempo, perché che detestavo da piccola: la melanzana.
Oggi la adoro, cucino melanzane quasi tutti i giorni d'estate, cercando di usarle in diverse preparazioni. Per me sono molto preziose, perché il nostro orto non ne produce molte, ma sono buonissime! Ultimamente mi sono data alla caponata (e, devo dire, con successo, per essere la prima estate che la faccio!), ma ieri abbiamo optato per un pasto più leggero, soprattutto perché avevamo un bel po' di avanzi da terminare: melanzane grigliate, tonno in scatola, pane secco. Inoltre il nostro frigorifero è sempre pieno di barattoli di olive e capperi che mangiamo ogni giorno (lo so, stiamo attenti a non esagerare con il sale nelle altre pietanze, essendo supersalati).Si trattava di pensare a una forma da dare a questi avanzi, senza ri-cuocere gli ingredienti, anche per la fretta che la tarda ora ci imponeva. Perciò inizialmente ho pensato a dei graziosi fagottini, ma poi ho constatato che le fettine di melanzane erano troppo strette e lunghe, indinon ho avuto dubbi: involtini!


INVOLTINI DI MELANZANE (LEGGERISSIMI)


melanzane grigliate senza olio né altro condimento

tonno in scatola ben sgocciolato

pane raffermo e pangrattato

pomodori freschi succosi

origano

capperi

sale (io non l'ho messo)

peperoncino o pepe

stuzzicadenti e olive taggiasche


Tagliare il pane a cubetti e lasciarlo per un'oretta, o meglio tutta la mattina come ho fatto io, insieme ai pomodori, spellati e "spappolati". Nel mio caso non è stato necessario aggiungere altro liquido, ma se non avete dei pomodori abbastanza succosi, consiglio di aggiungere della passata.

Sgocciolare bene il tonno, renderlo poltiglioso con una forchetta e aggiungerlo al pane. aggiungere i capperi, l'origano, il pangrattato per asciugare e il peperoncino. Aggiustare di sale se necessario.

Se il ripieno è troppo grossolano frullarlo, personalmente non amo frullare sempre ogni cosa, mi piace anche masticare e sentire in bocca i vari ingredienti.

Disporre un cucchiaio di impasto su ogni fetta di melanzana, sul lato corto (accostarne due se fossero troppo piccole). Avvolgere la melanzana , bloccare con lo stuzzicadenti e decorare con l''oliva.

Io ho servito con la classica salsa yogurt di sempre (yogurt, aglio, limone, tahin,sale), che d'estate non manca mai sulla mia tavola, e con la lemanzana è proprio la morte sua!!!!

Sono molto graziosi anche i fagottini con queste fettine sottili, come dicevo appunto. Se avete delle fettone tonde e abbastanza grandi provateci, poi mi fate sapere!


Servire questi involtini come antipasto è lideale, perché sono leggerissimi, non sono conditi e le melanzane sono del tutto al naturale. Noi però li abbiamo mangiati come secondo, perché ce ne siamo sbafati 4 - 5 a testa!!



Partecipo alla raccolta estiva di Fabiola: "...è tempo di melanzane"