mercoledì 30 settembre 2009

Ciambella choconut con albumi

Chiedo subito scusa per la foto, ma quando mi sono ricordata di farla la torta era già stata divorata per metà, quindi ormai sarebbe stata una "ferro di cavallo choconut" più che una ciambella.

Ho la fortuna di avere 4 grandi noccioli in giardino che ci regalano ogni anno ceste su ceste di noccioline proprio buone, le uso molto sia nei dolci che nelle insalate con frutta secca. Il consiglio è quello di tostarle sempre, sono più saporite. Inoltre non avendo usato latticini, nemmeno per imburrare lo stampo, è molto adatta per le intolleranze da lattosio, comunque povera di colesterolo ma molto nutriente grazie alle nocciole. Insomma, proprio giusta per il babbo, che soffre di ipercolesterosi ma che la mattina ha bisogno di energie perché fa 1 ora di footing.. in gamba a 62 anni, eh?!


Ingredienti:


160 g di farina (1/2 di integrale e 1/2 "00")

150 g cioccolato fondente

4 albumi

150 g zucchero

120 g acqua

1 bustina lievito

2 manciate di nocciole (se volete tostate)


Tritare il cioccolato fondente e le nocciole separatamente. Mettere il cioccolato in una terrina con gli albumi e sbattere con lo sbattitore elettrico, ma senza montare. In un'altra terrina setacciare la farina con il lievito e aggiungere lo zucchero e le nocciole. Incorporare l'impasto di albumi e aggiungere l'acqua piano, sempre mescolando, fermandosi quando il composto risulterà liscio e omogeneo, non troppo liquido. Oleare ed infarinare uno stampo da ciambella (mi piace di più del semplice stampo circolare), inserire il composto, livellare ed infornare a 180° per circa 45 minuti. Vale la prova stecchetto!



sabato 26 settembre 2009

Zuppa di aglio e mandorle

In parte amo l'autunno, perché è proprio la stagione della colazione con una tazzona di orzo bollente, della merenda con té biscotti e delle prime zuppette calde. Diciamo che dopo tutti i pasti freddi estivi, uno ha anche voglia di riscaldarsi lo stomco (e il cuore XD) con qualcosa di caldo.
L'altra sera ho elaborato questa ottima zuppa (modestamente!), tanto buona che mia mamma, scettica com'è di solito nei confronti delle mie ricette stravaganti, si è leccata i baffi!

Zuppa di aglio e mandorle
(x circa 3 persone)

1 patata grossa
750 ml d'acqua circa
4 spicchi d'aglio pelati
2 manciate di mandorle con la buccia (o senza)
sale grosso
pepe e prezzemolo tritato

Innanzitutto lessare la patata in acqua bollente salata. A metà cottura circa, aggiungete l'aglio e le mandorle con (o senza) la buccia. io ho fatto così: metà delle mandorle le ho lasciate con la buccia che ha tanta buona fibra (questa darà un colorino marroncino alla zuppa, che altrimenti sarebbe bianca immacolata), l'altra metà l'ho tolta dall'acqua quando le mandorle erano già borbide, perché la buccia viene via molto facilmente.
Quanto tutto è ben cotto, frullare col minipimer fino ad ottenere la consistenza tipica della zuppa, né troppo densa né troppo liquida. Eventualmente usate meno acqua per lessare e poi aggiungetene dopo se serve. Pepare e servire nei piatti con del prezzemolo tritato e, consiglio vivamente, dell'ottimo pane integrale tostato!



Ottima anche per chi non ama l'aglio, perché quando viene cotto perde completamente quell'odore pungente (che poi provoca alitosi) e resta un saporino delicato, proprio come quella delizia dell'aglio sott'olio.

La zuppa di aglio e mandorle esiste già, devo averla letta in qualche sito sulla cucina tradizionale regionale, ma mi pare che si usasse la mollica di pane al posto della patata, e che poi si servisse con sopra un uovo à la coque. Personalmente non amo questi accostamenti (e nemmeno le uova), mentre la patata è la regina delle zuppe, grazie al suo amido naturale!

venerdì 25 settembre 2009

2 primi: NORD vs SUD



Oggi sono proprio nervosa: ho fatto un esame scritto da schifo e le persone mi fanno arrabbiare.. Ho bisogno di farmi una dose di Bloggers di cucina!! Intanto vi scrivo due ricette che ho fatto in settimana e che sono state molto apprezzate in casa: gli gnocchi di polenta e delle farfalle "sicule", ecco perché NORD vs SUD. Intendiamoci: io sono di discendenza nordica pura, mai nessuno potrebbe dire il contrario (ho la pelle bianca, le lentiggini, gli occhi azzurri e i capelli rossi), ma i miei gusti culinari si orientano decisamente verso il profondo sud!! Sono un bell'ossimoro! Tuttavia in me sono radicati sapori che non potrò mai rinnegare, essendo cresciuta in casa con la nonna da piccola, e ovviamente la polenta è uno di questi. Degli altri sapori della memoria parlerò in un post più lirico e strapplacrime ;)



Eccovi le due ricette, iniziando da NORD:


GNOCCHI DI POLENTA AL SUGO

150 g circa di polenta avanzata

farina 00 q.b.

un bicchiere di latte
(un uovo)
passata pronta della nonna del mio moroso!

Impastare la polenta fatta a tocchetti con la farina e il latte, quanto basta per ottenere un impasto piuttosto asciutto. Io non ho avuto alcun bisogno di usare l'uovo, in ogni caso dipende anche dalla consistenza della polenta (la mia era parecchio umida e morbida). Formare i soliti salsicciotti e tagliare gli gnocchi.
Mentre si fa bollire l'acqua salata, scaldare il sugo in un pentolino (era una semplice passata con basilico e olio d'oliva).
Lessare gli gnocchi (ci metteranno un po' di più di quelli di patate per venire a galla, ma non disperate) e mano a mano che salgono scolarli e farli saltare in padella col sugo.
servire subito!



La cosa bella degli gnocchi di polenta è che non si deformano come quelli di patate in acqua (o forse i miei di patate??), rimangono belli compatti.



Ed ora il piatto del sud, ma inventato di sana pianta:

FARFALLE ALLA SICULA

150 g di pasta farfalle

due acciughe sott'olio

una manciata di pistacchi sgusciati

peperoncino

una manciata abbondante di pangrattato

Quello che vi propongo è un sugo bianco: prima fate tostare il pangrattato e i pistacchi tritati grossolanamente, metterli da parte. Scaldare nella stessa padella (economizziamo) un paio di cucchiai di olio d'oliva e far sciogliere le acciughe. Aggiungere il peperoncino, lasciare insaporire un paio di minuti e in ultimo inserire i pistacchi. Scolare la pasta al dente e farla saltare in padella con il sughetto. Se risultasse troppo asciutto aggiungere a piacere dell'olio, oppure chi non piace il troppo condimento (come me) può bagnare con l'acqua di cottura.
Prima di servire spolverare col pangrattato tostato e gnam!


mercoledì 16 settembre 2009

Pastiera veganizzata

Ma che freddo!!!! di colpo ho dovuto cambiare le coperte del letto, recuperare i pigiami lunghi e le tute da "casa", ovvero le divise da studio intensivo, visto che passo le giornate sui libri.
L'altro giorno mi sono rilassata provando questa ricetta, in parte copiata da Veganblog, però la pasta frolla l'ho fatta io e mi è anche venuta altissima! bastava per un reggimento! Quindi vi consigio di eliminare il bicarbonato del tutto, anche perché purtroppo lascia un retrogusto prepotentemente amaro e nei dolci disturba troppo.


Per la frolla:
200 g farina 00 o semintegrale
50 g amido di mais
100 g zucchero di canna
3-4 cucchiai di olio d'oliva
sale
latte di soia o acqua q.b.
scorza di limone grattuggiata
(1 cucchiaio di bicarbonato)

Per la farcia:
400 g orzo già bollito
200 g latte di soia
70 g zucchero di canna
sale
cannella
essenza di vaniglia

2 pere a fettine sottili saltate in padella con poca grappa o rum e cannella


Procedete come da Veganblog per la farcia ;)
Per la frolla, mescolare prima gli ingredienti secchi, impastare con l'olio e poi aggiungere acqua o latte q.b. per avere un impasto solido ed elastico.
Lasciare riposare mezzora almeno, intanto fate saltare le fettine di pera in padella sfumandole con poco alcol e cospargere cn un pizzico di cannella. Non farle spappolare.
Stendere la frolla in uno stampo (io uso quello in silicone che non necessita di carta da forno né di burro e farina) e conservare la rimanente per le strisce di decorazione. Disporre ordinatamente le pere con il loro sughetto sul fondo, poi coprire il tutto con la crema di orzo raffreddata e frullata (ottima anche da sola!) e decorare con le striscioline.
Infornare a 180° per almeno mezz'ora (direi 40 minuti).


Consigli:
  • Eliminare il bicarbonato, mi ha guastato un ottima torta vegan :(
  • Frullare l'orzo quando è ancora abbastanza caldo, si fa molta meno fatica, altrimenti rimane tutto incastrato nel minipimer! A me piace anche sentire i pezzi in bocca, come il grano cotto per la pastiera, ma per avere una crema omogenea anche per altre preparazioni, è meglio frullare per bene.
  • Le fettine di pera le ho aggiunte io perchè non mi piaceva l'idea di spalmare direttamente la crema sulla frolla, è un saporino fantastico e una piacevole sorpresa per chi assaggia ;

lunedì 7 settembre 2009

Orzotto alla birra con fiori di zucca e speck


Piattino delizioso che ho cucinato tempo fa, con i primi fiori di zucchina dell'orto e che posto in ricordo dell'inizio dell'estate, ora che l'autunno inizia a farsi sentire :( ...perché qui al nord la sera si muore di freddo!!!


le dosi sono per 2 persone circa:

150 g di orzo perlato

brodo vegetale q.b.

1/2 bicch. di birra weiss (meglio se scura)

1/2 cipolla bianca

2 cucchiai di olio

8-10 fiori di zucca (i miei erano piccolini)

speck a cubetti

sale e pepe


Pulire bene i fiori di zucchina conservandone un paio per decorare il piatto, asciugarli, tagliarli in due e metterli da parte.

Far tostare l'orzo nel soffritto di cipolle, speck ed olio come un normale risotto. Dopo un paio di minuti sfumare con la birra e lasciare evaporare.

Allungare col brodo vegetale poco alla volta, lasciando assorbire il liquido ma non del tutto e procedere fino a cottura quasi ultimata (i tempi di cottura sono indicati, comunque calcolate che ci vuole molto più tempo rispetto al risotto). Quando mancano pochi minuti, inserire i fiori di zucca. Spegnere il fuoco, salare e pepare a piacere. SLURP!