venerdì 20 giugno 2014

Zattera di asparagi e hijiki con riso Java ai fiori di ciliegio

Vorrei rassicurare coloro che non hanno afferrato due o tre paroline nel titolo del post: non è che mangio tutti i giorni così! Ho poco tempo per dedicarmi ai miei doveri bloggherecci come dovrei, perciò cerco di concentrare i miei interventi proponendo qualcosa che per molti suona insolito.

 

In primis, spendo due paroline per il riso che ho utilizzato.
Voi lo potete ammirare in tutto il suo splendor livido, fra il bordeaux e il violaceo. In realtà si tratta di una miscela di riso Java, proprio come quello di cui vi ho già raccontato qui. In questo caso, si tratta di riso integrale rosso, rosa e nero, provenienti dalle isole di Giava e Bali. Anche stavolta, l'aroma sprigionato è indescrivibile! Ho pensato di esaltarlo aggiungendo una chicca che più chicca non si può (concedetemela, è uno dei miei acquisti giapponesi!): fiori di ciliegio sotto sale. Hanno un profumo più che intenso di ciliegia matura, il sale ne concentra ogni particella di fragranza, per poi sprigionarla una volta immersi in acqua calda (in genere ci si fa una tisana, oppure si usano per condire riso in bianco).



Ecco qua, il destino di 4 ingredienti sconosciuti, che hanno fatto letteralmente il giro del mondo da Indonesia, Giappone, Italia e Francia (alghe hijiki) e si sono incontrati nella mia piccola dispensa in un paesino brianzolo di 4000 anime, per poi portare a compimento la loro trasformazione in qualcosa di meraviglioso..


Zattera di asparagi e hijiki
con riso Java ai fiori di ciliegio

150 g di riso Java rosa, rosso e nero Altromercato
un mazzetto di asparagi sottili
alghe hijiki essiccate qb
2 fiori di ciliegio sotto sale
2 cucchiai di gomasio
1 cucchiaio di olio di sesamo


Potete bollire semplicemente il riso fino a completa cottura, oppure procedere con la cottura per assorbimento come segue: lavare bene il riso; metterlo direttamente in pentola con il doppio del suo volume di acqua e un pizzico di sale, portare a bollore e cuocere per circa 5 minuti. Aggiungere 2 fiori di ciliegio precedentemente dissalati sotto acqua fredda, coprire e continuare la cottura per altri 10 minuti. Spegnere il fuoco e lasciare coperto fino a completo assorbimento dell'acqua.
Nel frattempo, avrete lasciato in ammollo le alghe in acqua tiepida per mezzora. Scolare e sciacquare. In una wok scaldate l'olio e diffondetelo sulla superficie, aggiungere gli asparagi interi ben puliti e pelati, poi le alghe spezzettate e aggiungere un mestolo di acqua calda. Lasciare stufare per circa 5 minuti, finché gli asparagi inteneriscono.
Comporre il piatto disponendo gli asparagi a zattera, le alghe, condire con gomasio (il mio è quello giapponese con sale rosa) e il riso. Decorare con il fiore di ciliegio.




 ...e con ciò, partecipo al GFFD di questa settimana


http://www.glutenfreetravelandliving.it/gluten-free-friday/




sabato 14 giugno 2014

Budino di tapioca al cardamomo con confettura di arance amare

...per me è decisamente il periodo dei budini, delle creme, dei dessert al cucchiaio e delle puree di frutta. Per caso l'avevate notato??

Qui però sono stata attenta a non buttare ingredienti a caso nel pentolino, anche se questo dolcetto è di una facilità disarmante: ho trovato la tapioca in grani mentre passeggiavo per Milano, in un market orientale, e ho iniziato a pensare a come cucinare quel famoso dessert di tapioca che vedo spessissimo nei vostri blog, unico nel suo genere con quelle sfere trasparenti tipo blubber, gelatinose -che dico gelatinose, sembrano quasi colla Uhu!




Il vantaggio di fare un budino con la tapioca, come dicono tutti, è davvero quello della versatilità: la tapioca è praticamente insapore, quindi si gioca la versatilità in finale con l'agar agar.. ma la spunta per la caratteristica delle pallette trasparenti e gelatinose, fighissime da vedere.
 Ipoteticamente, potreste anche fare un budino di acqua bollita! Nel mio caso, dato che Merlino ha deciso di mettersi a dieta (più o meno..), ho optato per un budino al cardamomo con solo succo di mela, senza dolcificare, guarnito poi con dell'ottima confettura alle arance amare bio, anch'essa senza zucchero. Mi è sempre piaciuto molto il cardamomo con l'arancia, mi ricorda certi piatti persiani, dal sapore freschissimo e appagante.

Come di consueto, ecco la mia avvisaglia salutista: la tapioca è un prodotto tropicale, quindi va consumata occasionalmentissimamente; ora che fa un caldo ladro, direi che ce lo possiamo concedere senza problemi. Magari in inverno preferiamo un budino di riso o di avena, specialmente qui al nord.




Essendo il mio primo esperimento, l'ho forse lasciata un po' troppo sul fornello, perché le palline si sono quasi dissolte, quindi attenzione a non prolungare la cottura!




Budino di tapioca al cardamomo
con confettura di arance amare

per 6 porzioni

120 g di tapioca
500 ml di succo di mela bio
4-5 baccelli di cardamomo Altromercato

Biodelizia Vis alle arance amare qb
mandorle tostate per guarnire


Lasciare le sfere di tapioca in ammollo per almeno mezzora. Contemporaneamente, rompere i baccelli di cardamomo senza togliere i semini (sarà più facile rimuoverli) e lasciarli in infusione nel succo di mela.
Trascorso il tempo, scolare la tapioca e versarla nel succo di mela. Portare a bollore e cuocere a fuoco molto basso inché le sfere non diventano trasparenti. Il tempo dipende dalla grandezza delle sfere (le mie erano molto piccole).
Spegnere il fuoco e rimuovere i baccelli. Versare subito nelle coppette e lasciare intiepidire prima di riporre in frigorifero per qualche ora.
Sciogliere qualche cucchiaio di confettura di arance amare in pochissima acqua bollente e versarne un po' sopra ogni porzione. Riporre in frigorifero fino al momento di servire. Guarnire con mandorle tostate tritate o granella di nocciola.



martedì 3 giugno 2014

Pizzoccheri de-strutturati

...o snaturati, vista l'assenza di derivati animali. 
Con questo titolo so di rischiare il linciaggio da parte di accaniti conservatori della cucina tradizionale da una parte e onnivori anti-vegani dall'altra; ma ho proposto questo piatto a un corso di cucina glutenfree e ha riscosso un più che meritato successo. 



 Chissà perché, ci si stupisce di ritrovare il sapore dei pizzoccheri nel mangiare il grano saraceno, e questo la dice lunga sulle preferenze alimentari di noi italiani, dal palato raffinato - nel senso che l'abbiamo abituato a prodotti ultra lavorati, non che siamo fini conoscitori della buona cucina.
Ma quanto ci piace la pasta?! per non parlare del pane… per non dire di pizze e focacce.. e non citiamoli nemmeno taralli, biscotti etcetcetc..!! 

Io invito sempre tutti quelli che mi chiedono consigli culinari ad assaggiare tutti i tipi di cereale nella loro forma originale. Oltre ad essere la scelta migliore per la nostra salute, poiché l'energia del cibo viene preservata assumendolo nella sua forma più naturale, è anche “didattica“ per il nostro palato. Chi di noi non ha mai mangiato un grissino al khorasan (detto Kamut®, commercialmente parlando)? Ma quanti hanno mai assaggiato il grano Khorasan? 

...facciamola più semplice: tutti mangiamo la pasta. Quanti hanno mai assaggiato il frumento, in grani???


Ecco perché, oggi vi beccate i
 

Pizzoccheri destrutturati

(grano saraceno con coste e patate)


140 g grano saraceno bio
1 patata
200 g di coste tenere (produzione propria)
1 foglia di salvia o alloro
2 spicchi d’aglio (produzione propria)
2 cucchiai di olio evo
sale e pepe qb


Lavare il grano saraceno sotto acqua corrente e lasciarlo scolare bene.

Lavare le verdure, asciugarle e tagliarle le coste grossolanamente, la patata a cubetti. In una pentola capiente, preparare un soffritto con aglio, olio e salvia, quando sfrigola buttare il grano saraceno, tostare per un minuto. Buttare le verdure e iniziare la cottura aggiungendo un paio di mestoli di brodo o acqua bollente salata. In seguito, aggiungere il liquido solo quando asciuga. Cuocere fino a completa cottura del cereale, è pronto quando inizia ad aprirsi. Spegnere il fuoco, eliminare aglio e salvia, aggiungere ancora mezzo mestolo di brodo, pepe e servire subito.