venerdì 31 agosto 2012

Un pic nic di fine estate

Non è un'occasione qualunque, ma una ricorrenza speciale.. anni e anni di sopportazione!!!!
 
Ebbene, di solito è LUI che ama sorprendermi portandomi in qualche posto suggestivo spiazzandomi completamente, sconvolgendo i miei piani, regalandomi una bella rosa, comprandomi un ottimo mega-gelato per cena... E invece stavolta glie l'ho fatta!! Ho organizzato tutto io, dato che per lui era il primo giorno di lavoro dopo le ferie e che aveva millemila grilli saltellanti per la testa (la prossima settimana si sposa sua sorella e siamo nel boom dei preparativi: feste, scherzi etc.).

Ovviamente gli ho detto che saremmo andati a cena fuori e gli ho anche detto dove, ma non che il ristorante sarebbe stato una terrazza all'aperto in cima alla collina, né che lo chef portava il mio nome :)


A noi piaceva tantissimo venire qui.. non siamo né in Toscana né in Umbria, ma nel cuore della verde Brianza. Precisamente a Montevecchia, proprio dove mesi fa avrebbero dovuto iniziare a trivellare alla ricerca del petrolio.. pensate un po': raffinerie e industrie petrolchimiche al posto dei campi coltivati e dei boschi, e oleodotti invece dei ruscelli.. Fortunatamente, dopo mesi di proteste da parte degli agguerritissimi brianzoli, il progetto è stato bloccato... per ora. "Toccateci tutto, ma non il verde!!!!" (ovviamente NON è da leggere in un'accezione politica, per carità!).

Ma torniamo all'idillio!
Dovete sapere che Montevecchia è la "vetta" più alta della pianura brianzola (poco meno di 500 m) e quando il cielo è particolarmente terso e l'aria pulita e frizzantina, si scorge da lontano la famigerata "madunina"! ...ecco, grazie, ci avete pensato voi ad intonare quella orribile canzone popolare!
 In realtà gli abitanti di questo borghetto rustico sono pochissimi. Perloppiù in Alta troverete case chiuse quasi tutto l'anno, appartenenti ai milaness (perché a noi provinciali piace da morire sfotterli un po'!), che da un paio di secoli hanno scoperto che a due passi dalla madunina gh'è propri un bel verd!.. Per fortuna a Montevecchia prosperano ancora le attività legate al terreno: vini, formaggi, salumi (eh beh, anche quelli..), miele, frutti etc etc. vi si producono tutto l'anno. Però, come ogni perla del territorio, se volete andarci a cenare, preparatevi al salasso dell'anno....!
Per questo credo che Diego fosse un pochino preoccupato, quando gli ho detto che avevo prenotato a Montevecchia... per poi rilassarsi in un gran sorriso complice, quando aprendo il bagagliaio dell'auto gli ho mosrato il cestino!









Ma eccoci alla parte gastronomica, ovvero il contenuto del cestino.. Mi sono proprio sbizzarrita! Dato che quest'anno non abbiamo modo di festeggiare alla grande, in chissà che ristorante  e con chissà che bottiglia di vino ad innaffiare degnamente del buon cibo, devo ripiegare sulla fantasia per stupire il mio cicci.. E purtroppo non è più così facile: si è quasi abituato a ingurgitare pappette dagli strani odori e roba vegetale tutti i giorni! Povero lui!
...dovevate vedere le facce straniate e incuriosite degli altri pasteggiatori accanto a noi, con in mano la loro michetta al prosciutto!!!! Avrei dovuto documentarle :)




- aperitivo con pastis (ricordo della Camargue..) e crakers di okara alle erbe
- due tipi di quiche: base per entrambe è una brisée vegan (farina bio integrale, olio, vino bianco, sale); una farcita con crema di fagiolini, avena e pesto, l'altra con riso giallo, formaggio di montagna e carote
- scaglie di parmigiano reggiano
- birra doppio malto, acqua
- ananas al naturale
- budini, per lui menta e liquirizia, per me cacao e pepe di cayenna, di cui vi do la ricetta:








BUDINO AL CACAO E PEPE DI CAYENNA



per due porzioni

300 g di latte intero (di solito uso aprol soya, ma non ne avevo più!)
1 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaio di miele neutro
1 cucchiaio raso di amido di mais
1 cucchiaio di cacao amaro
30 g di cioccolato extrafondente
 1/2 cucchiaino di pepe di cayenna e 1/2 di cannella





Mettere a scaldare in un pentolino alto il latte che avrete già miscelato col cacao e le spezie, sbattendo con una frusta. Prelevarne un po' in una tazzina, sciogliervi l'amido di mais e ributtarlo dentro, per evitare che faccia poi grumi. Prima che bollasciogliervi il cioccolato, dolcificare con miele o malto, poi inserire l'agar agar e abbassare il fuoco, facendolo sobbollire per 5 minuti. Spegnere il fuoco e versarlo immediatamente negli stampini (nel mio caso si trattava dei vasetti di vetro con coperchio, per motivi di praticità!). Lasciar intiepidire a temperatura ambiente e poi trasferire in frigorifero per almeno due ore.

Per il budino di Diego (che, ricordo, fa finta di essere allergico al cacao per non dover ammettere che non gli piace ed evitare recriminazioni da tutto il mondo sano di mente!) basta sostituire le spezie e il cacao con la liquirizia in polvere. Come parte liquida al posto del caramello o altro topping (quella robina dolcerrima che io detesto sol budino!) ho usato del semplice sciroppo di menta.




 anche il pepe di cayenna è un ricordino della Camargue.. non potevo mica esimermi dall'acquisto delle spezie!!













venerdì 24 agosto 2012

Panna cotta vegan con pesche e zafferano

..scaraventata di nuovo nel mondo del lavoro interinale, conservo un dolcissimo ricordo della Camargue!! Anche se per soli 4 giorni, ho davvero fatto il pieno di colori, odori, sapori, vento salmastro, sabbia tra le dita, sole sole e sole (anche troppo quest'anno, mi hanno detto)!
Enogastronomicamente parlando, siamo stati da dio!! E chi se lo immaginava che il piatto tipico fosse la paella, accompagnata da ottima sangria??! Ovviamente io ho ripiegato fantasticamente su altro, tipo fragranti caldi croissant alle mandorle, baguette, insalate al roquefort... e soprattutto sull'ottimo vino rosé locale.
Una piacevolissima sorpresa anche dal punto di vista gastronomico, che per me è imprescindibile in una vacanza come si deve :)

Dato che la Camargue abbonda di albicocche e pesche, vi propongo questo dessert al cucchiaio gustosissimo e vi lascio con un ricordo di questa magnifica regione



PANNA COTTA VEGAN ALLE PESCHE E ZAFFERANO



Per due porzioni:
200 ml di panna vegetale
1 pescanoce bio
1 cucchiaino da caffè di zafferano marocchino in pistilli
½ bicchiere di latte di soia
1 cucchiaio da minestra di zucchero (oppure di malto)
1 pezzo di scorza di limone bio
1 cucchiaino abbondante di agar agar

Scaldare il latte e lasciarvi in infusione lo zafferano per almeno 10 minuti, a fuoco spento. Nel frattempo tagliare la pescanoce grossolanamente, lasciando la buccia (è bio!). Filtrare il latte e aggiungerlo alla panna, rimettere sul fuoco con la scorza di limone e portare quasi a ebollizione. Inserire lo zucchero e l’agar agar, lasciar sobbollire per 4-5 minuti. Spegnere il fuoco, eliminare la scorza, inserire i pezzettini di pesca e frullare tutto. Rimettere sul fuoco per altri 2 minuti, controllando sempre che non faccia le bolle e mescolando spesso. Versare in stampi freddi, in silicone, ceramica o alluminio (in questo caso bagnarli con acqua fredda prima) e lasciar freddare a temperatura ambiente (anche se in questi giorni è un po’ sopra la media mi pare!). Riporre in frigo per almeno un paio d’ore. 












Camargue, 2012


 




















lunedì 13 agosto 2012

Biscotti "cacaokara"

Finalmente ho fatto il tofu, per la prima volta nella casa nuova! Il post precedente è la prima prova tangibile dell'esperimento devo dire molto ben riuscito, a parte la forma del panetto... devo ancora trovare uno stampo decente!Però almeno stavolta mi sono attrezzata e ho acquistato su Amazon le tele per fare il formaggio, che sono perfette anche per il caglio del latte di soia!
Devo però ammettere che mi dà molta più soddisfazione cucinare la sua sorellona okara.. Forse perché è decisamente più difficile trovare un utilizzo degno delle sue fantastiche proprietà nutritive, anche perché ha un sapore molto forte e in fondo si tratta di fagioli crudi frullati.. non è semplice trovare un giusto abbinamento, anche per la consistenza granulosa e priva di massa. Quindi quando cucino un piatto buono buono con l'okar, di solito mi crogiolo un pochettino :)

Con questo dolcetto, forse un po' fuori stagione (ma al palato non si comanda!), vi auguro un buon ferragosto e buone vacanze ai fortunati che sono in partenza! Sono contentissima di potermi inserire anch'io in questa categoria, perché io e Diego abbiamo appena deciso di accettare l'invito di due nostri carissimi amici nella splendida Camargue!!!!!! Quattro giorni soltanto, ma poiché arrivano improvvisi e inaspettati, dal niente vacanze quest'anno cui mi ero rassegnata, mi sento al settimo cielo!





BISCOTTI CACAOKARA

Per circa 15 biscotti grandini:


85 g di okara circa
100 g di farina 00
2 cucchiai di cacao amaro
50 g di mandorle  tritate abbastanza finemente (metà pelate metà grezze)
60 g di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella
1 tazzina da caffè di olio di semi di mais
½ cucchiaino di bicarbonato
Un pizzico di sale rosa

Setacciare la farina e il cacao, aggiungere le mandorle tritate, il sale, la cannella, il bicarbonato e l’okara, mescolando con le mani per amalgamare bene. Inserire lo zucchero e infine l’olio, continuando a mescolare con le mani per far inumidire bene il tutto. Nel mio caso l’okara era fresca e abbastanza umida, perciò non ho avuto bisogno di aggiungere altri liquidi, altrimenti avrei versato qualche goccia di latte di soia. Impastare su un piano di lavoro, formare una palla compatta e lasciar riposare mezzora.
Accendere il forno a 180 gradi, riprendere in mano la palla e stenderla aiutandosi con due fogli di carta forno. Stendere col mattarello fino ad arrivare a uno spessore di circa 5 mm, poi formare i biscotti con la forma preferita. Disporre su una placca da forno e cuocere per circa 15 minuti, prima che diventino più scuri.
Se vi piacciono molto dolci, raddoppiate la quantità di zucchero! A me piace decisamente di più il sapore del cacao amaro. Inzuppati in un buon tè speziato (il mio era tè nero al marzapane) sono la fine del mondo!!





venerdì 3 agosto 2012

Tofu al curry con porri, zenzero e lime



Sono davvero contenta di questo blog e della complicità fra noi blogger, anche in aspetti della nostra vita che a volte perfino per chi ci sta vicino (intendo nella vita quotidiana) sono di poca importanza! È un mistero come sia possibile che si instauri un rapporto (quasi di.. amicizia?) così bello e sincero fra noi, grazie davvero a tutti voi, perché leggete, capite e rispondete, consigliate… è proprio come fare quattro chiacchiere fra amici!! 

Perciò mi ritaglio uno spazio agli aggiornamenti, prima di passare a questa ricetta superveloce.. Anche perché, dico io: se uno passa di qua per la prima volta, magari deve solo prendere spunto per una ricetta perché vuole sedurre una tipella dell’alta moda che mangia solo tofu e broccoli, e quindi non è interessato a tutte le rocambolesche avventure del regno degli sfigatti, può anche saltare bellamente questo pezzo :)


Siamo stati in uno splendido studio veterinario vicino a Milano, che cerca di curare gli animali soprattutto con l’omeopatia. È molto all’avanguardia, se pensate che nemmeno per la maggior parte degli esseri umani la medicina naturale è contemplata come rimedio efficace.. e certo, perché la sciura che vuole curarsi l’aerofagia prende le gocce 2-3 giorni, vede che non fanno niente, anzi, magari peggiora, e interrompe, spantegando alle amiche della briscola che “sono tutte balle”! ..Sciura, ma ci vuole T E M P O !! 
Lo so, ormai altro che denaro, il tempo per noi vale più della salute stessa.. E allora giù di aulin! 
Io ho un ottimo rapporto con l’omeopatia, ho risolto moltissimi problemi, ma ci vuole davvero, DAVVERO, costanza e perseveranza. D’altra parte, penso che sia verissimo il pensiero alla base di ogni medicina naturale, in particolare orientale: se siamo malati significa che non abbiamo saputo mantenere il giusto equilibrio, in qualcosa abbiamo sbagliato e a lungo andare su questa via le conseguenze affiorano. E così, come ci siamo ammalati, dobbiamo guarire: recuperando il nostro equilibrio in modo naturale.

Perciò, dicevo, per tofu abbiamo la terapia: 4 tipi di gocce da assumere endovena (io che mi metto a fare le punture?!? Sisalvichipuò!!), fiori di bach da assumere per via orale (già, proprio quelli che usa mia mamma!) e, rullo di tamburi………………………. ALIMENTI 100% VEGETARIANI!!!!! Ebbene sì! Una delle cause principali di questo tipo di disturbi negli animali è l’incapacità di digerire proteine animali; oltre alla difficoltà nell’esternare il carattere tipicamente felino di Tofu (per questo i fiori), a causa degli spazi ristretti della vita in appartamento. Non solo, ma dovremmo pure ingegnarci a costruire dei giochi sempre nuovi, perché come i bambini piccoli si stancano prestissimo di un gioco!
Ora, a parte le cifre folli che abbiamo speso finora, e che purtroppo non potremo sostenere a lungo, ci riteniamo fortunati: Tofu ADORA i fiori di Bach e soprattutto le verdure cotte (broccoli, zucchine e piselli in particolare)! ..tutto la sua mammetta! Perciò mi ingegnerò a preparare qualche pappina, che ovviamente va integrata con del cibo sostanzioso ed equilibrato (e rarissimo e costosissimo aggiungerei…).

Così ora in casa siamo 2 contro 2 : vegetariani (io e Tofu) VS carnivori (Diego e Penny-Lane) !




TOFU AL CURRY CON PORRI, ZENZERO E LIME

Per me sola (Tofu per ora non mangia suoi omonimi)
1 porzione di tofu autoprodotto (io lo divido già in porzioni e congelo)
1/3 di porro
1 lime
1 pezzo di zenzero
½ cucchiaino di curry
1 cucchiaino di semi di papavero
1 cucchiaio di olio extravergine
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino di miele di fiori d’arancia
1 cucchiaio di salsa di soia
Coriandolo fresco


Strizzare bene il tofu e tagliarlo a cubetti. Scaldare l’olio in padella, aggiungere aglio e zenzero e lasciar insaporire. Aggiungere il porro a rondelle e saltare 2 minuti, allungando con un cucchiaio di brodo vegetale o acqua. Aggiungere anche il tofu, alzare il fuoco per fare la crosticina, poi abbassare la fiamma, allungare con un altro cucchiaio di brodo e inserire il curry. Lasciar cuocere ancora 3 minuti col coperchio. Nel frattempo preparare un’emulsione con il succo di lime, la salsa di soia e il miele. Alla fine inserire la salsina, saltare un minuto e spegnere il fuoco. Togliere l'aglio e lo zenzero e servire con coriandolo fresco.


...dedicata a lui <3 br="br">