lunedì 20 dicembre 2010

Voglia di semplicità: crostata di farro e albicocche

Dopo un periodo di silenzio relativamente lungo, ho un po' di tempo da dedicare al mio amato blog e alla lettura delle vostre meravigliose ricette, in gran parte natalizie.

Purtroppo sono assorbita dal lavoro, in pausa pranzo ho sempre 1000 cose cui pensare in casa, la sera sono stanchissima e ultimamente ho sempre concerti, prove, cene con amici e conoscenti (di cui fra l'altro farei volentieri a meno, ma si sa: è obbligatorio nella nostra società vedersi assolutamente prima di natale o dell'ultimo dell'anno, perché ciò significa volersi bene... poi se per tutto l'anno non ci si ricorda più nemmeno di chiedere "come stai?" non fa nulla, perché a Natale ci siamo visti!! ...).

Il risultato è che vedo poco chi vorrei vedere di più e mi dedico pochissimo alla cucina, tranne i frugali pasti quotidiani miei e di mio papà. Giuro che non ho mai fatto la pastasciutta così tanto come in quest'ultimo mese!! Ogni volta che apro la dispensa, mi si stringe il cuore a vedere tutti quei sacchettini a metà di ceci secchi, grano saraceno, riso thai, fagioli di soia... ma ahimè, la fretta è una brutta bestiaccia!! ..così a malincuore richiudo dicendomi "forse fra qualche giorno, quando avrò più tempo...". Io poi che non concepisco il "boccone e via"! Perfino a colazione mi alzo presto per prepararmi qualcosa di serio..


Ho tanta voglia di casa, di atmosfera natalizia, di intimità... in un parola: di semplicità!
E non c'è niente di meglio, secondo me, di una bella crostata di marmellata per allegorizzare questo concetto.. ovviamente con le dovute rivisitazioni :)

CROSTATA DI FARRO E ALBICOCCHE

Per la frolla all'olio (ad occhio):

200 g farina integrale di farro
50 g di farina di mais fioretto
2 cucchiai di fecola
1 cucchiaino di bicarbonato
scorza d'arancia grattuggiata
7-8 cucchiai di olio extravergine d'oliva
80 g di zucchero di canna
acqua q.b. per impastare
un pizzico di sale

Per la farcia:
1 vasetto di confettura extra di albicocche Luxardo

Preparare la pastafrolla all'olio miscelando le polveri, bagnandole con l'olio mentre si lavora bene con le dita. Poi si aggiunge acqua (volento anche del latte) appena appena per impastare la frolla. Lasciar riposare coperta con pellicola in frigo per almeno mezzora.
Accendere il forno a 180°. Stendere la pasta e tenerla dello spessore di circa 5-8 mm, foderare una tortiera in silicone e ritagliare l'avanzo per farne le classiche striscioline. Stendere un generoso strato di confettura (è buonissima, mi fa impazzire!) e fdistribuire le striscioline. Infornare per circa 30 minuti, controllando che non imbrunisca troppo.
Non può non tirarvi su il morale, in qualunque momento :)



Credo proprio che questo sarà l'ultimo post dell'anno, visto come vanno le cose da queste parti, perciò colgo l'occasione, senzza troppi fronzoli, per augurare a tutti i bloggers:


PASSATE DELLE BUONE FESTE
in armonia e
in semplicità!


mercoledì 1 dicembre 2010

Crocchette di zucca e pistacchi con i cornflakes

Un Paese stracolmo di rifiuti tossici e puzzolenti??
Studenti costretti sui tetti???
Operai costretti a vivere su torrette??
Governanti incapaci, egoisti e criminali??
Manifestazioni in tutte le città d'Italia??
Sempre meno soldi in bustapaga???
Sempre peggiori i sonni degli Italiani???





... nessun commento. Solo, cuciniamoci su...







CROCCHETTE DI ZUCCA E PISTACCHI
CON I CORNFLAKES


250 g zucca cotta a vapore e schiacciata
1 patata media
125 g pistacchi sgusciati e tostati
150 g tofu
pangrattato
2 manciate di cornflakes (io avevo fiocchi di mais e riso)
1 albume
sale, pepe

Cuocere la patata al microonde alla massima potenza per circa 10 minuti, avvolta dalla pellicola. Una volta cotta, pelarla e schiacciarla insieme alla zucca. Sbriciolare il tofu al naturale, unirlo al composto e frullare il tutto. Aggiustare di sale e pepe. Aggiungere anche il pangrattato quanto basta per formare un composto più sodo.
Tritare grossolanamente i pistacchi, pestare i cornflakes e mescolarli.
Bagnare i palmi delle mani e formare delle palline con il composto, passarle nell'albume e poi nei pistacchi con cornflakes. Disporre su una placca ricoperta di carta da forno e infornare a 200° per circa 15 minuti. Il risultato è a dir poco meraviglioso!

quello che ci vuole per tirarci su: teniamoci occupati e consoliamoci con qualche buon boccone.







Baci a tutti!

martedì 23 novembre 2010

Staffetta dell'amicizia e.. ancora zuppa! ..stavolta di finocchi




Trovo questa idea della Staffetta dell'amicizia davvero ottima, l'ideale per conoscerci meglio! Mi ricorda un po' le interminabili catene che giravano via mail qualche anno fa, con centinaia di domande (e che avevamo pure il tempo di compilare!!).. ma in fondo mi piaceva leggere come rispondevano gli amici e rispondere a mia volta :)

Perciò, non so da chi sia partita, comunque la giro, come sempre, a CHIUNQUE abbia voglia e tempo di farla. Non mi piace vincolare solo alcune persone perché tutte voi, che seguo e da cui sono seguita, siete in qualche modo speciali e sarei curiosa di conoscervi tutti!
...Inoltre, facendo un giretto nei vostri blog, mi sono resa conto che da voi è già passata questa staffetta!

GRAZIE ANCORA, Giulia!!!


LA STAFFETTA DELL’AMICIZIA

1) Quando da piccoli vi domandavano cosa volevate fare da grandi cosa rispondevate?
Fino almeno ai 5-6 anni la pittrice.. mi ero anche fatta regalare un piccolo cavalletto con tela e colori ad olio (sprecati subito in un buffissimo disegno). Poi mi sono lanciata con le fionde e i lavoretti con il legno, quindi per tutte le elementari ho creduto fermamente di voler diventare falegname.

2) Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
è quasi magia Johnny, Lady Oscar, Occhi di gatto, Pollon, Mila e Shiro…

3) Quali erano i vostri giochi preferiti?
Ho sempre evitato i giochi a squadre tipici della ricreazione e dell’oratorio, per il terrore di essere incolpata della sconfitta dell’intera squadra (si sa come siano spesso crudeli i bambini fra di loro), dato che ero molto scarsa nelle prestazioni sportive.. Avendo da sempre molta fantasia, preferivo i giochi di ruolo del tipo: “facciamo che io ero una bambina povera e tu un orso etc..”

4) Qual è stato il più bel vostro compleanno e perchè?
le singole feste nella mia memoria sono una nebulosa di parentado e poche amiche di scuola.. Però una bellissima festa è stata l’anno scorso, perché Diego mi ha organizzato una sorpresa in un locale fantastico (il Jamaica) con tutti i nostri amici presenti, proprio tutti!

5) Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
Fumare un joint ad Amsterdam, leggere tutti i libri consigliati in prima liceo dal mitico prof di lettere, mangiare al ristorante giapponese, andare in vacanza in Salento e in Sicilia, ascoltare tutte le opere liriche di Mozart, visitare Londra, fare un tour enogastronomico in Toscana, adottare uno scottish fold, una testuggine, una capretta e un asinello (anche non tutti insieme!) …

6) Quale è stata la vostra prima passione sportiva e non?
dopo un disastroso tentativo con il corso di nuoto, a 6 anni mia mamma ha finalmente deciso di assecondare la mia passione per le arti marziali, perciò ho praticato karate fino alla 2 media, con risultati anche molto buoni!

7) Quale è stato il vostro primo idolo musicale?
Ho sempre detestato la voce di Cristina D’Avena, delle Spice Girls, dei BackStreetBoys etc. mentre adoravo –e adoro- gli Skunk Anansie (ho avuto una sorella maggiore fortunatamente) e gli Aqua.

8) Qual è stata la cosa più bella chiesta(ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia?
a circa 9-10 anni, mi hanno regalato il Meccano! Ero contentissima, anche se desideravo il nintendo o qualcosa di simile.. per fortuna non ho mai avuto queste schifezze elettroniche, così mi dedicavo ai braccialetti, ai lego, alla pizza… preferivo produrre qualcosa con le mie mani. I ragazzini di oggi sapranno anche cos’è un byte, un blue ray e un fotolog, ma a 20 anni non sapranno cuocere un uovo né infilare un filo nella cruna dell’ago!

ed ora, mi sono lasciata tentare di nuovo dalla raccolta di Ti cucino così, tutta invernale e perciò da me molto amata...



VELLUTATA DI FINOCCHI PROFUMATA


3 finocchi (solo la parte dura esterna)
1 carotina
1 gambo di sedano bianco
1 patata piccina piccina
2 spicchi d'aglio
un pezzettino di alga kombu
acqua q.b.
sale alla lavanda
pepe
qualche goccia di salsa di soia e/o semi di lino


Lavare e tagliare la verdura mentre si scaldano circa 3 mestoli di acqua in un tegame insieme all'alga. Versare la verdura e lasciar cuocere almeno 20-25 minuti. Aggiungere 1/2 cucchiaino di sale aromatizzato (io l'avevo alla lavanda, ma va benissimo alle erbe) e passare tutto al minipimmer. Assaggiare e, eventualmente, aggiungere un altro mezzo cucchiaino di sale.
Spegnere il fuoco. Tostare il classico pane integrale, oppure spezzettarne uno già raffermo nelle scodelle e coprire con la vellutata. Finire con qualche goccia di salsa di soia e, se ne avete, con semi di lino o di papavero, che danno un tocco di colore - io sono rimasta senza :(((





giovedì 18 novembre 2010

Crema di carota e mela all'anice

La solita solfa. Tra un attacco di malinconia e un attimo di euforia (no, non sono schizofrenica.. almeno non ancora!), tra una sfilza di cappuccini e weekend passati a cantare, in cucina riesco a malapena a ritagliarmi un angolino solo per me, senza pensare.. Ragionare sugli ingredienti aiuta a concentrarsi su un esito che, se da un lato non è di vitale importanza per risolvere le il problema della fame del mondo o le relazioni internazionali fra oriente e occidente, dall’altro non mi rattrista né scatena paturnie.
Credo sia questo il motivo principale per cui amo stare in cucina. Anche solo per una tisana pomeridiana. Mi piace assemblare le varie erbe essiccate per scoprire se il sapore è come me lo sono immaginato.
Insomma, w gli intrugli!
E questa cremina è nata così: un esperimento (come tutte le ricette che leggete in questo blog pasticcioso) di connubio, un matrimonio azzardato e anche molto ben riuscito! Nessun divorzio nell’aria ancora :)
Adoro i piatti a metà fra il dolce e il salato! Per questa ricetta ho usato del sale, ma l’impiego della mela e delle uvette rende la crema (o vellutata, o zuppetta, che dir si voglia!) irrimediabilmente e stupendamente dolce!


CREMA / VELLUTATA DI CAROTA E MELA ALL'ANICE
Per 3:
5-6 carote medio-piccole
1 patata piccola
½ cipolla
1 cuore di sedano
½ mela golden (o una intera piccola)
anice
uvetta
acqua calda salata q.b.

Dorare la cipolla e il sedano in poco olio in u
n tegame capiente. Aggiungere anche le carote e le patate tagliate a dadini e dopo un minuto bagnare con l’acqua calda o del brodo vegetale leggermente salato. Io ho messo circa 3 mestoli a inizio cottura e ne ho aggiunto un quarto dopo, quando ho frullato, perciò ci si regola alla fine con la densità. Aggiungere l’anice e continuare la cottura delle verdure per circa 15-20 minuto. Nel frattempo tagliare la mela a fettine e aggiungerla alla zuppetta. Continaure la cottura. Dopo 10-15 minuti controllare la cottura: se le mele si spappolano e le verdure sono ben friabili, è il momento
dell’affezionato minipimmer! Frullare bene il tutto, aggiungendo dell’altra acqua se necessario, ma senza spegnere il fuoco. In ultimo, aggiungere le uvette, spegnere il fuoco e lasciar intiepidire leggermente.
Servire in scodelline, possibilmente di terracotta (magari !! ), se lo gradite con qualche pezzo di pane integrale abbrustolito.

Una delizia d’antipasto o un buon primo per una fredda cena invernale!


Partecipa alla raccolta invernale di Ti cucino così:



martedì 9 novembre 2010

Metti un finocchio a cena...



In anticipo rispetto ai tempi stabiliti (sarebbe domani il giorno del "finocchio a cena") - a causa di impegni lavorativi e blabla.. - eccomi qui insieme a tantissimi di voi a manifestare anche il mio disgusto, dissenso, dispiacimento .... e tutti i sinonimi con il suffisso DIS- che vi vengono in mente!!!!

Finora ho sempre lasciato fuori da questo spazio le tematiche politiche e sociali (pur essendo abbastanza mobilitata sul fronte), perchè ritengo che i media invadano fin troppo la nostra vita e i nostri spazi ogni giorno, bombardandoci con argomenti spesso e volentieri futili, su cui comunque tutti abbiamo un'opinione nel bene o nel male..

Ma avete proprio ragione: questa volta è stato toccato il fondo, anzi, stanno scavando una fossa oltre il fondo e spero che ci si seppelliranno per sempre!

Vorrei davvero dire addio a questo Governo, anzi, a tutta la classe dirigente politica. Credo sia assolutamente necessario rinnovarla completamente, con gente fresca, giovane, che abbia ancora volgia di lottare disinteressatamente per ideali in cui crede, e non solo per difendere i propri interessi.. e comunque sempre nel RISPETTO degli altri!



Perciò partecipo a questa causa con la mia ricetta con il finocchio:




SFORMATO DI OKARA CON FINOCCHI E ARANCIA


Per 2-3 persone:

okara derivata da 250 g di fagioli di soia
1 finocchio
1 carota
1 arancia
2 spicchi d'aglio
pane integrale raffermo rinvenuto nel latte di soia
cardamomo, peperoncino
1 mestolo di brodo vegetale/acqua calda
olio, pangrattato
sale, pepe


Innanzitutto inzuppare il pane (qualche fetta) nel latte, mentre si stufano le verdure in padella, con l'olio, l'aglio, il pizzico di peperoncino e il bacello di cardamomo (che poi verranno eliminati). bagnare le verdure con poca acqua/brodo vegetale e lasciar stufare.
A parte cuocere l'okara (per me al naturale è un po' indigesta, anche perché praticamente sono fagioli crudi frullati..) con il restante brodo caldo e la buccia dell'arancia grattugiata.
Spremere metà arancia e versare il succo nei finocchi, alzare la fiamma e far asciugare.
Una volta cotti, versare l'okara nella verdura, aggiungerci il pane ben strizzato e mescolare per bene.
Ungere uno stampo da plum cake, cospargere col pangrattato e versare l'okara. Affettare la restante arancia e decorare. Oleare, salare, pepare e spruzzare di pangrattato la superficie.

Infornare a 200° per 20-30 minuti.





Délicieux, ce fenouil! ...e chi disprezza non gode..
affari suoi, noi GODIAMO :)

sabato 6 novembre 2010

per Milly

Questo è un blog di cucina, ma ormai ho raccontato varie cose della mia vita e alcuni di voi mi conoscono anche per altri aspetti, oltre a quello culinario.
Per questo credo sia legittimo esternare il fastello di emozioni che mi esplodono dentro, oggi in particolare... perché da stamattina la mia Milly non c'è più.

Triste? ..ovvio.. ma anche sollevata, ha sofferto troppo, e noi con lei.

Tutto qui: un saluto, con tanta tristezza nel cuore, alla mia ciotti




061110

Dopo di te

ci sarà il sole,

la luna, il grano,
la guerra,
la pace, la fame,
la bontà...

senza di te.

Oggi il mondo
è viola e giallo.

[Ho imparato a conoscerlo con te]

domenica 31 ottobre 2010

Torta paesana per il contest di Giulia



Finalmente ho trovato il tempo di farla, la ricetta della nonna, o meglio, la ricetta di tutte le nonne della brianza, che ancora stuzzica la nostra memoria con i ricordi infantili attraverso le nostre papille!
La torta paesana, o torta al latte, o ancora "turta mica e lacch", è una delle eccezioni nel panorame variopinto della pasticceria, perché non ha ricetta. Niente dosi, né ingredienti fissi da memorizzare... Ogni nonna la fa a modo suo! Devo dire che, come non ne ho mai assaggiata una uguale all'altra, non ne ho mai provata nessuna che non mi piacesse.

Ovviamente si tratta di un dolce povero, della tradizione contadina, perché si recupera il pane secco di giorni. Il pane da impiegare dovrebbe essere la "michetta", o perlomeno questo è il pane della nostra tradizione (anche se a me non piace per niente, tranne che in questa preparazione!), e il latte quello intero. Poi c'è chi ci mette il burro e chi no, chi gli amaretti, chi l'aroma di arancia, chi i canditi, perfino gli zuccherini colorati sulla superficie (le nonne più all'avanguardia che vogliono fare piacere ai nipotini)!

Personalmente non ho voluto emulare la torta della mia nonna, proprio per il motivo sopraccitato: dato che non mi sarebbe mai e poi mai venuta uguale alla sua, pur attenendomi al ricordo che ho di quel sapore di casa, di merenda e di famiglia, ho preferito farne una versione mia, come una vera nonna!! :)

Dunque, anche se questa NON è la torta dei miei ricordi, credo di poter partecipare al contest delle Madeleines proustiane anche solo per il sogno ad occhi aperti che mi sono fatta impastando e inventando. mi sono sentita importante, stavo creando la MIA torta paesana!!
Spero che qualcuna di voi capisca cosa intendo dire..


Ed ora, come una vera nonna brianzola, indico il procedimento, ma non le quantità! A voi libero arbitrio!!
p.s. è molto difficile combinare guai con questa torta, anche senza dosi.. provare per credere!




LA MIA TORTA PAESANA
(variazioni sul tema)

pane secco bianco (possibilmente michette)
latte intero (io ho usato quello di soia)
biscotti oro saiwa alle nocciole

2 cucchiai di cacao amaro
1/2 bustina di preparato per budino dell'Equosolidale (sostituibile con 1 cucchiaio di cacao in più e 1 di fecola)

2 cucchiai di zucchero di canna

1 cucchiaio di cannella

uvette
castagne arrosto pelate

pinoli

1 pera matura



Lasciare a bagno il pane posso nel latte per una notte.
Il giorno dopo lavorarlo bene con una forchetta, aggiungendo dell'altro latte se ce ne fosse bisogno. Aggiungere i biscotti ridotti a farina, lo zucchero, la cannella, il cacao e il preparato per budino. Alla fine mettere castagne, uvette e pinoli e la pera tagliata a piccoli dadini.

Versare nello stampo di silicone oppure in uno stampo unto e infarinato.
Infornare in forno già caldo e cuocere a 180° per almeno 40 minuti.

La prova
stecchino vale fino a un certo punto, perché la torta di latte deve rimanere bagnata all'interno. Controllare solo che la superficie non annerisca troppo.


Mangiare fredda.

Distribuire ai bambini rigorosamente nella carta stagnola!

Il giorno seguente a colazione è più buona! (...potere della
suggestione dei ricordi??)



Un bacio a Giulia, a tutte le nonne e i loro nipoti che ne seguono le orme, mettendoci un pizzico di se stessi nelle proprie creazioni.