Reduci dal Sol
Levante, mille bellezze viste, pensate, odorate e mangiate. A raccontarle
tutte, non basterebbero le pagine di un dizionario (se poi ci aggiungiamo le
nostre considerazioni, non bastrerebbe un'enciclopedia!), ma posso riassumere
questo scrigno di esperienze ed emozioni in queste parole: il Giappone è
meravigliosamente multiformeme sotto qualsiasi punto di vista, lascia perplessi
e allo stesso tempo senza fiato, fa sorridere.
Ho deciso di non
esagerare con i post dedicati a questo viaggio: il mio è un blog di cucina,
anche se qualche gita fuoriporta di interesse etnico-antropologico ci sta
benissimo ogni tanto. Perciò per la gioia delle vostre papille curiose, vi
parlerò principalmente di CIBO. Quello che ho mangiato, annusato e assaggiato,
ma anche solo visto e visto fare, merita davvero di essere raccontato, da
foodie a foodie.
I tormentoni della
nostra vacanza, gastronomicamente parlando, sono stati: té macha in ogni
forma (il gelato è wow, ma anche il “matcha-latte” col latte di soia non è
niente male), yuba (pellicina del tofu), anko (marmellata di
azuki), sake (strepitoso), prugna umeboshi (ne ero dipendente). E
poi le radici: gli ortaggi per i giapponese sono radici. E funghi:
una marea di funghi!
Iniziamo col dire
che, a differenza del nostro paese, in Giappone sono davvero legati alla
propria tradizione gastronomica. Per dirne una, avrò visto 3 McDonald's in
tutto il viaggio, in tutti i casi pieni di turisti. In compenso -eccezione che
conferma la regola- vanno tutti matti per Starbucks e il suo frappuccino al té
matcha.
Questo attaccamento
alla propria cucina nazionalpopolare, anche da parte dei giovanissimi
scolaretti vestiti alla marinara, mi è parecchio piaciuto.
La sera, nei vari
locali (chiamarli ristoranti sarebbe eccessivo, piuttosto sono l'equivalente di
un fast food, ma decisamente più sano e appagante), si incontrano soprattutto
impiegati e studenti, tutti ancora in divisa, che cenano soli o in coppie. In
genere soli.

Inutile dire che ogni
città, cittadina e paesello ha le proprie specialità. Proprio come noi. Avendo
viaggiato abbastanza fra Kansai e Chubu, abbiamo assaggiato prodotti
diversissimi, di mare e di terra (diciamo che io in fatto di mare mi sono
limitata alle alghe). Una cosa inaspettata per quanto mi riguarda, è la
scarsissima presenza di vegetariani –e se ce ne sono, poveri loro! Siamo stati
in un solo ristorante che nel menu prevedeva una serie di piatti vegetariani.
Per il resto, purtroppo, abbiamo spesso girato a vuoto la sera, con un buco
gigante nello stomaco, il povero Merlino preoccupato che non mangiassi
abbastanza, e alla fine ripiegato sull' "affezionato" FamilyMart
(catena di piccoli negozi di alimentari aperti 24h/24) per un onigiri e un dolcetto di riso glutinoso!
E il tofu??
Non c'era?? Vi starete chiedendo.
Certo, di tofu nel
Kansai ce n'è fin troppo. Ne consumano tutti moltissimo, anche ogni giorno. Il
problema per un vegetariano è come viene cucinato: in genere nel brodo dashi, a base di pesce, oppure con pesce
secco croccante o addirittura con la carne. Nell'albergo di Kyoto la mattina a
colazione ce n'erano due forme immense, di due tipi diversi. Sì, perché si
producono vari tipi di tofu, adatti per essere cotti in brodo, alla piastra
oppure consumati freschi o come dessert. In questo sì, mi si è aperto un nuovo
mondo! Soprattutto dopo aver assagguato la yuba, ovvero la pellicina del
tofu. Loro ne vanno matti, soprattutto fritta. La usano anche per avvolgere i
classici triangoli di riso e poi friggerli creando un rivestimento
croccantissimo e saporito. Mi ero documentata prima di partire su questo
alimento particolarissimo e sapevo che è tipica di Nikko, un luogo incantato
fra le montagne, a 120 km da Tokyo. Perciò, quando ci siamo recati in visita in
questa cittadina, ci siamo dannati per ore l'anima in cerca di un posto dove
fosse servita in qualche piatto senza carne o pesce. Trovato un simpatico localino
dove l'abbiamo gustata con riso e funghi. Praticamente era la casa di una
vecchietta deliziosa, che ci ha preparato uno splendido tè matcha con gelatina
di azuki e ci ha pure regalato degli origami. Poi, nei giorni seguenti a Kyoto,
abbiamo scoperto che la Yuba praticamente te la tirano dietro a ogni
angolo... poco male.
Ho trovato squisito
il tofu alla piastra, in uno di quei locali chiamati teppanyaki, ovvero
con la piastra letteralmente nel tuo tavolo. Qui ti cucini da solo le pietanze
crude oppure tieni in caldo quelle cotte, nel mio caso si trattava di bistecche
di tofu, davvero squisite anche come consistenza; per Diego una bella okonomiyaki,
detta la pizza giapponese, a base di uova, porco e quant'altro.
Il tofu è trattato
come un alimento che fa contorno. I loro piatti più che "unici" sono
proprio misciuròtt, come si dice dalle mie parti: brodo, pasta, pesce,
alghe, tofu, carne, uova... tutto insieme: sazia e si mangia in fretta, con
l'immancabile sllluuurrppp di apprezzamento. Perciò ho penato comunque
un po' per trovare di che sfamarmi, certe volte. E ho dovuto scendere a qualche
compromesso, mangiando anche dell'uovo o a volte del brodo che probabilmente
era dashi.. se non altro, nel
rispetto del mio povero Merlino, che non è vegetariano, e il nostro non era un
viaggio gastronomico vegano, bensì un viaggio di nozze!
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piatto di riso con yuba, funghi, cipolla e uovo |
In compenso, ho
ingurgitato funghi come se non ci fosse un domani.. una delle poche verdure non
sotto sale. Per il resto, grandi scorpacciate di radici, sempre fermentate
sotto sale nei tinozzi di legno, tipo crauti alla tedesca. E vi dico una cosa:
dopo 17 giorni, anche io che amo le radici, non ne potevo più! Ottime però
quando cucinate, soprattutto la radice di loto, che qui si trova solo
essiccata, e quella di bambù.
Un paragrafo a parte
merita assolutamente la gita più bella del viaggio: Koya-san, di cui vi
parlerò la prossima puntata! Per ora, vi lascio queste foto dei primi giorni di
viaggio, fra Tokyo, Nikko e Kyoto.
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taiyaki: pancake a forma di pesce ripieno di anko (marmellata di azuki) |
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scodella di udon: con alghe e umeboshi; con alghe, cipolotto e fritturine |
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vetrina con riproduzioni in plastica del menu |
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gelato al té matcha (degno di un gelato artigianale italiano); té matcha servito con gelatina di azuki |
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dolcetti di mochi (riso glutinoso) ai fiori di ciliegio ripieni di anko |