Ripresa dal trauma del rientro a casa, eccomi pronta a
sfornare le cronache del mio ultimo viaggetto.
Budapest è Buda + Pest. Non c’è una parte bella e una
brutta, come nelle altre città; entrambe hanno il loro perché. Se l’avete
visitata, sapete che le parole per descriverne la bellezza si sprecano. Credo
che sia la città europea più bella che abbia visto finora, la trovo
affascinante, vivace, incredibilmente accessibile e romantica al punto giusto.
A differenza delle altre capitali europee, i vari quartieri creano un’armonia
fra loro, con le dovute differenze che li contraddistinguono. Il modo migliore
di visitarla è “la gambetta”, qui non si discute: quei meravigliosi palazzi di
fine ‘800, tirati a lucido tanto da sembrare nuovi, spuntano discreti e sicuri
ai lati delle strade lastricate. Ovunque voi siate, se siete esausti state
certi che a meno di 5 metri da voi ci sarà una panchina pronta a sorreggervi.
Che meraviglia poi, se avrete fra le mani un bicchierone di zuppa fumante, a
scaldarvi fino alle dita dei piedi!
E veniamo al dunque: cosa si mangia?
Qui occorre fare un primo distinguo: cosa mangiano gli
ungheresi-di-Budapest e cosa mangiano i turisti-a-Budapest. Del resto del
paese, purtroppo, non ho la minima idea.
Stando alle informazioni che ho reperito, gli
ungheresi-di-Budapest sono un po’ disordinati nei pasti. Per cominciare, a
colazione mangiano ovunque tranne che in casa; vanno matti per quei mega
cannoli di sfoglia vuoti dal nome fantasmagorico (kürtőskalács)
che si mangiano per strada o in metropolitana.
Trovare un bar aperto la mattina
a un ora decente è quasi impossibile: aprono dopo le 10 e chiudono prima di
sera. Hanno una lista infinita di piatti tipici, perlopiù di carne, eppure per
cena spesso si scofanano un piatto dolce. Proprio così: sono dei golosi
tremendi, hanno decine di dolci tipici (e questo solo a Budapest!) e per
qualche astruso motivo usano mangiare le tagliatelle condite con lo zucchero!
Ovviamente, il soggetto zuppa
impera su tutto, sia per i budapestiani che per noi forestieri. Ma ecco una rivelazione: il famigerato gulash ungherese in realtà non esiste; o
meglio, ne esistono un’infinità, proprio perché non è un’istituzione come per
noi la pizza margherita, ma un insieme di ingredienti messi insieme per
accontentare le brame golose dei visitatori. In pratica, gulash sta agli
ungheresi come involtino primavera ai mandarini. Il pörkölt invece è ciò che
più assomiglia all’idea occidentale di gulash: il classico spezzatino speziato,
servito con degli gnocchetti bianchi (galuska).
In genere gli onnivori che ordinano la gulash
soup (cioè gulyàsleves) rimangono assai delusi: brodo di carne speziato.
Per
loro la zuppa è giustamente un antipasto, ma anche uno spuntino da gustare a
qualsiasi ora. Cosa che a me è congeniale, perché questo implica che sparsi per
la città vi siano bar e catene di “fastfood” indigeno che servono soup-to-go,
zuppa da passeggio, servita nel bicchierone alla Starbucks, a volte con
cannuccia incorporata! Ne ho assaggiata una ai carciofi strepitosa, ma tutta la
mia simpatia va a quella di zucca e zenzero, con i semi tostati.
E ora parliamo un po’ del vegetarianesimo e veganesimo
locali.
Paradossalmente, in una città che non annovera nemmeno un piatto vegano
fra i suoi nazionalpopolari, è piena zeppa di locali vegani, vegetariani e
onnivori che prevedono entrambe le soluzioni nei loro menus. Ho sempre trovato
l’alternativa, spesso più di una, in tutti i locali dove ci siamo sfamati/sfondati,
senza difficoltà. Consiglio però di scegliere come sistemazione l’appartamento:
costa come stare in hotel (molto poco), ma si hanno a disposizione cucina e frigorifero,
così da potersi arrangiare per la colazione che è il pasto più complicato per
noi che abbiamo “gusti difficili” (la prima mattina, senza aver fatto la spesa, mi sono dovuta
accontentare di un caffè americano decaffeinato dopo un’ora che giravamo a
vuoto alla ricerca di un bar aperto). Se invece andate matti per la pasta
sfoglia, non avrete problemi.
Facciamo qualche nome, in ordine di gradimento, a
partire dal primo in classifica:
Edeni Vegan Etterem a Buda
Ristorante a buffet, aperto anche per
colazione. I piatti sono cucinati magistralmente, davvero goduriosi, variano
quotidianamente seguendo la stagione e accanto a proposte “raffinate” (tipo
arrosto di seitan, lasagne, salsicce vegetali) si trovano anche semplici
cereali cotti con verdure, zuppe di legumi e stufati di radici e tuberi.
Insomma, il paradiso sì di vegani ma anche dei macrobiotici e sicuramente degli
onnivori (Merlino ci ha dato dentro con delle squisite lasagne di spinaci e
zucca). Consiglio: se volete assaggiare più piatti, chiedete metà porzione,
altrimenti uscirete da lì rotolando sulla pancia. Anche qui dispensano soup-to-go.
Koveles - piatto vegan di polenta e funghi, radici ,verdure al forno e crema densa di pomodoro |
Il locale che non può non mettere d’accordo onnivori e
vegan-vegeta-macro-intolleranti-allergici, perché nel menu ce n’è proprio per
tutti. Anche qui si segue la stagione, l’attenzione per la materia prima è
evidente: i muri sono tappezzati di lavagne (come tutti i locali di Budapest!)
in cui si evince che non usano prodotti raffinati, che il pane è fatto in casa con
lievito naturale, che le uova sono del contadino Ferenciek e l’anatra viene dal
cortile di zia Fulgunda. Producono anche il vino: provare quello della casa che
è davvero buono. Immancabili le zuppe per antipasto: non si può evitare di
assaggiarne una, in un locale che si chiama “zuppa di pietre”! Arredamento stile "ruin bar"- retrò e molto curato.
Trattasi di una
catena di locali sparsi un po’ ovunque a Pest, prevedono anche piatti di carne
tipo kebab, dato che la cucina proposta è quella mediorientale.
zuppa di cous cous |
L’hummus si
trova in tutte le salse, anzi, le pietanze. Anche
qui le quantità sono assai abbondanti, l’hummus è golosissimo, un po’ troppo
grasso per i miei gusti (aggiungono olio a crudo sopra, come se non ce ne fosse
già a sufficienza dentro!).
Non mancate di assaggiare i croccantissimi falafel,
che si possono prendere con il contorno che si preferisce.
I piatti sono sempre
accompagnati dalla pita, fin troppa per quello che si riesce a mangiare! Anche qui,
ho assaggiato un’ottima zuppa… di cous cous! Il sapore? …avete presente, bere
un piatto di cous cous?? Comunque hummus e falafel si trovano facilmente in tutti i locali onnivori, specialmente nel quartiere ebraico e in periferia, dove il melting pot è più marcato.
Abbiamo evitato come la peste locali pseudo italiani e catene tipo Pastrami o Trofea Grill, che veramente di tristezza nel mondo ce n'è già troppa (oltre ad essere più cari della media).
Un locale in cui non si mangia, ma si beve – eccome si beve! –
dell’ottima birra artigianale locale: Élesztő (che significa
lievito). Qui abbiamo imparato che gli ungheresi producono IPA. Solo e unicamente
IPA. Ottima IPA. Produttori che ci hanno entusiasmato: Rothbeer (Tavoli Galaxis fenomenale!), Legenda
(ancora più fenomenali Snake Bite e Joker Face), Hopfanatic.
Girando per la città abbiamo poi incontrato spesso dei
mercatini in perfetto stile mitteleuropeo, con le casette di legno e vin brulé (forralt bor) come se piovesse, dove ci
siamo sempre ristorati a dovere:
- Lángos (frittella di pane): la classica è con panna acida e
formaggio a gogò – per me solo insalatini di crauti, cipolla rossa cruda e mais.
Langos |
dolci di marzapane |
E infine, qualche consiglio spot:
Assistere a un’opera! I biglietti li comprate anche online,
potete spendere anche 3 o 4 euro per un posto non schifosissimo (noi ci siamo
trattati abbastanza bene con ben 5 euro per la balconata centrale al III
piano). Se non siete amanti, andate a visitare lo splendido palazzo e assistete
magari a un mini-concerto pomeridiano.
pasticceria kosher nel quartiere ebraico |
Quartiere ebraico,
sicuramente il più suggestivo e vivace della città, dove potete gustare anche prelibatezze kosher. Se siete a dieta, lasciate perdere!
Il Museo commemorativo della Shoa è molto bello, anche se un po’ fuori
mano. È un’esperienza impegnativa e intensa, ma ne vale la pena… E soprattutto,
proprio dietro l’angolo c’è Élesztő,
dove potrete approfondire la meditazione sul significato della vita con più… disinvoltura.
Andare al mercato
centrale (Nagy Vasarcsarnok): qui si fanno gli acquisti di paprika nonché
di prodotti di artigianato locale (per come la vediamo noi, sostanzialmente
centrini…) e soprattutto di ogni pietanza possibile. Se siete carnivori, buon
per voi: sono quasi tutti macellai. Ma anche per gli amanti degli insalatini, ce n’è
abbastanza per voi!
paprikasecca e in polvere |
paprika fresca |
Siti di interesse storico-artistico da non perdere: il Parlamento
è tappa obbligata, uno dei moltissimi musei di storia dell’arte (Belle Arti,
Galleria Nazionale, Arti Applicate, Arti orientali…). Sceglietene qualcuno e
fate conto che sono collezioni immense: prendetevela con calma. Anche solo i palazzi
in sé meritano una capatina.
Parlamento ungherese |
Opera nazionale |
La pata-cronaca ungherese finisce qui. Sto già lavorando a
nuovi progetti, che rivelerò prestissimo ;)
Intanto, SABATO 23
22 NOVEMBRE alle ore 17 darò un corso di cucina sul tema “Glutenfree Everybody!”
sempre a Seregno, sempre nel negozio RegalCasa di via Ballerini 60
Gli interessati mi scrivano: zy.patapata@gmail.com
Bellissimo reportage di un viaggio che mi piacerebbe tanto poter fare! Bentornata, cara e grazie per tutte le utilissime pata-info. Un abbraccio :)
RispondiEliminaciao Leti! spero ti siano utili e ti auguro di andare al più presto: Budapest aspetta solo di essere scoperta! baci baci
EliminaCiao pata, come stai? Sai che non ci sono mai stata a Budapest? Devo dire che il tuo racconto mi ha fatto voglia di visitarla! Grazie per la lista dei locali veg friendly, così se ci vado, sò già dove andare. Buona giornata.
RispondiEliminaciao Vale, sto benissimo grazie :)) non posso che consigliartidi andare il prima possibile! baci
EliminaComplimenti, bellissimo blog e buonissime ricette! Io ho aperto da poco un nuovo blog e avrei molto piacere di averti tra i miei amici! Grazieee, ti aspetto.....
RispondiEliminaCiaooo
http://pentoleevecchimerletti.blogspot.it
grazie Maria, passo subito a trovarti! a presto ;)
EliminaMa bentornata cara, con un bellissimo reportage, che splendide foto, grazie!!!!
RispondiEliminaCiao!!! Piacere di conoscerti!!
RispondiEliminaNon sono mai stata a Budapest ma i cannoli di sfoglia vuoti ho avuto modo di assaggiarli al salone del gusto a Torino una ventina di giorni fa!!! Ne ho comprato uno alla cannella e, subito dopo, ho dovuto mangiarne un altro... :))
piacere mio Elena :) per me invece quei cannoli sono stati una novità, anche perché non capisco molto il senso del cannolo se poi non viene farcito... e non potevano cuocerlo piatto??!? :p ciao a presto!
EliminaMa...avevo letto che la forma dipende dall'arnese con i quali vengono cotti allo spiedo!!! Poi perchè non vengono farciti me lo sono chiesta anche io!! Nulla vieta di farli e farcirceli noi...quasi quasi ci provo!!!! ;)))
Eliminama infatti! ..alla fine sono dei cannoncini giganti senza crema pasticcera, non credo che potremo chiedere il brevetto XD
Eliminamannaggi, c'è un erroraccio (e non mi dite niente!??!)!
RispondiEliminaERRATA CORRIGE: CORSO DI CUCINA GLUTENFREE SABATO 22 NOVEMBRE (non il 23!)!!!
Grazie di questo interessante spaccato e del blog, ti sto leggendo con piacere! Un abbraccio!
RispondiEliminawow caspita, è un onore sentire queste parole da te!!ti seguo da moltissimo, sul tuo blog ho condotto gran parte della mia auto-formazione di cuoca veg autodidatta :))) a prestissimO!
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