venerdì 31 gennaio 2014

Riso javarouge e Pandan: che chicche (di riso)!

Ogni tanto butto lì qualche ricetta facile facile, con pochi ingredienti e di sicuro effetto.

I motivi possono essere:

A flemma totale. Nessun problema ad ammetterlo
B ho scoperto un nuovo prodotto che merita l'intero post del giorno
C ho poco tempo ma non posto nulla da settimane
D la foto è venuta bene anche se il piatto è abbastanza trito



In questo caso la ragione è la B. Chi ha indovinato, vince un bell'approfondimento su questo fenomeno naturale: riso java.


Si scrive con la J di Jolly e Jannacci (ahahah! passatemela dai..), ma noi in Italia diciamo Isola di Giava - con la G di Gigi d'Alessio (..dopo questa vi do il permesso di fucilarmi).


Altromercato ha appena lanciato due combinazioni favolose di questo riso indonesiano, miscelando varietà differenti: la prima contiene riso javarouge, di uno splendido colore rosso opaco, insieme alla varietà integrale Pandan; la seconda combinazione prevede lo stesso riso rosso, unito a quello nero delle isole di Bali.

La particolarità di queste miscele è che possiamo distinguere un sacco di tonalità diverse dei chicchi. Infatti il javarouge in entrambi i casi è presente sia decorticato (semitegrale) con il suo delicato color rosa carne, sia integrale, ancora vestito di quella sua bella corteccia rossa.
Mentre il riso nero è ormai abbastanza comune (e non parlo solo di riso venere, ci sono moltissime altre varietà!), quello rosso è ancora semisconosciuto.. figuriamoci il Pandan!!

No, infatti: Pandan non vuol dire che due cose stanno bene insieme. Il Pandan è un Signor Riso, ed è proprio lui, cari miei, il protagonista di questa puntata: sappiate che la prima volta che ho messo a cuocere javarouge e Pandan, senza avere letto la descrizione del prodotto sulla scatola, il suo profumo ha fatto galoppare la mia fantasia, fino ad approdare a un budino di riso alla vaniglia. Lo assaggio, e me ne convinco: s'ha da fare (è in cottura or ora). Poi succede che leggo la confezione:

" varietà Pandan - aroma delicato e dolce che ricorda l’omonima pianta (vaniglia del Sud-est asiatico). In cottura assume un delicato colore rosato e sprigiona aroma di nocciola e vaniglia [...] "


Taaaaaak! ho il naso funzionante e le papille fumanti, e questo riso è -WOW!

Dato che il budino è in cottura, vi lascio questa semplicissima ricetta di solo riso e verdurine, tutti ottimi prodotti. Perché lui, il Pandan, si merita la scena ;)






Riso java (javarouge e Pandan)
con cavolfiore e carotine viola a vapore

Per 2 persone

180 g di riso java Altromercato
2 carotine viola
qualche cima di cavolfiore
1 baccello di cardamomo
sale marino integrale
2 cucchiai di olio di argan (facoltativo)
1 cucchiaio di gomasio


Sciacquare il riso sotto acqua fredda, finché il getto non risulterà limpido. Mettere in una pentola capiente una parte di riso con due di acqua, il cardamomo e il sale. Accendere il fuoco e tenere coperto.
Lavare le verdure, tagliare le carote a rondelle e separare le cime di cavolfiore, mettere tutto nel cestello per la cottura a vapore e posizionarlo sulla pentola con il riso. Portare a bollore, abbassare il vuoco e coprire. Cuocere per circa 15 minuti, poi spegnere e lasciare tutto coperto. In circa mezzora, il riso assorbirà completamente l'acqua. Condire le verdure con olio di argan e gomasio e servire con il riso.
Io ho seguito il consiglio riportato sulla confezione e ho fatto una bella cupola-igloo di riso, con il cavolfiore all'interno e le fettine di carota a raggiera.





p.s. siete avvisati: le carote viola sono le sole responsabili del colore plumbeo di alcuni chicchi di riso, nonché delle vostre dita. Prendete le dovute precauzioni :)




Detto ciò, questa è anche per il Gluten Free (fri)Day


http://glutenfreetavelandliving.over-blog.com/2013/10/100-gluten-free-fri-day.html


lunedì 27 gennaio 2014

Focaccia alle trebbie farcita con trevisana

Vorrei avere la forza di volontà necessaria per programmare i post e garantire un minimo di regolarità ai miei lettori, ma in effetti non ce la posso fare. E non intendo giustificarmi, perché se c'è un concetto a cui mi sto -a forza- convertendo, è che tutto si può fare, basta volerlo davvero.

Sono convinta che sia così e che valga per tutti e per ogni aspetto della vita. Eppure mica ci riesco a metterlo in pratica!

In effetti sono mesi di grandi rivoluzioni per me, ho il piede in cento staffe e non ho ancora deciso dove incanalare le energie principalmente. Vi capitano questi momenti, in cui fai 200 cose un po' alla cavolo e lo sai, ma non hai voglia di rinunciarci per dedicarti in toto ad una o due di queste? Ecco, è un momento così.

Così pubblico quando posso e faccio meno foto, e -chiedo venia- ripropongo anche qualche ingrediente per due volte di fila...
oddio, pessimo!! Mi sento come una cattiva padrona di casa, avete presente Nicole Kidman in La donna perfetta? Donna in carriera piena di sé e noncurante del nido famigliare, che finisce in quella cittadina di desperate housewives robotizzate??

No, direi che ne passa di acqua sotto i ponti, prima di diventare così noncurante - e anche per la donna in carriera, non c'è pericolo per il momento :))




Ecco, da brava massaia, cosa ho preparato con gli scarti della birra prodotta dal mio amico Daniol, detto il Santo Bevitore, che gentilmente mi fornisce valanghe di trebbie ogniqualvolta e che ringrazio, anche per l'educazione che mi sta dispensando sulla birra artigianale step by step... anzi, dovrei dire pint by pint ;)




Focaccia alle trebbie
farcita con trevisana


Per lo starter: 
150 g di pasta madre rinfrescata da 6 ore
150 g di farina 2
200 g di acqua tiepida

Impasto:
300 g di farina manitoba
150 g di semola rimacinata
30 g di trebbie asciugate in forno
2 cucchiai di olio
1 cucchiaio di sale fino
sale grosso qb

Farcitura:
1 cespo di trevisana
1 cucchiaio di olio
sale e pepe qb







Rinfrescare la pasta madre la mattina presto. Una volta raddoppiata, è pronta per essere utilizzata.
Impasto per lo starter: impastare acqua, pasta madre e farina aiutandosi con una planetaria o uno sbattitore con gancio. Lasciare coperto nel forno spento per almeno 4 ore.

Trascorso il tempo, prendere una terrina molto ampia, versare le farine e lcreare un buco al centro, versare lo starter e aggiungere l'acqua tiepida poca per volta, mescolando. Impastare con le mani, aggiungere le trebbie, l'olio e il sale e continuare finché l'impasto assomiglierà a quello per la pizza: morbido e appiccicoso, ma abbastanza maneggevole. Non aggiungere troppa farina nella lavorazione, solo se necessaria. Coprire la terrina con pellicola e tenere un'ora a temperatura ambiente. Poi, conservare nel ripiano basso del frigorifero per 18 ore.



Il giorno seguente, estrarre dal frigorifero e lasciare almeno 2 ore a temperatura ambiente. Ormai il volume sarà triplicato. Trasferire sulla spianatoia infarinata e praticare per 2 volte delle pieghe a portafoglio. Lasciare riposare per un'ora coperta a campana.
Preparare la teglia, ungendola per bene, lavare e tagliare la trevisana, condirla con olio, sale e pepe e tenere da parte.
Disporre poco più di metà dell'ipasto nella teglia, rendendolo il più possibile uniforme. Disporre tutta la trevisana a crudo (non vi preoccupate se sembra eccessiva, in cottura il volume diminuirà drasticamente) e poi coprire con l'impasto rimasto. Sigillare i bordi e lasciare un'ora a riposare in forno spento.
Accendere il forno a 200°. Pennellare la superficie con dell'olio e spolverizzare con sale grosso. Cuocere prima nella parte bassa per circa 15 minuti, poi spostare al centro e continuare la cottura per altri 20-25 minuti.



Perdonatemi, lo so che ho riproposto la trevisana (ne avevo a iosa in effetti!), ma l'abbinamento del suo amaro erbaceo con il dolce maltato della trebbia è stato a lungo meditato, giuro :)








domenica 19 gennaio 2014

Avena e trevisana: e la pancia piena anche col mal di denti


Quando inizio io ad andare dal dentista, è la morte... anzi, la via crucis...
Da un semplice controllo, finisce sempre che devo o cavarmi un dente del giudizio (e siamo a 3.. ormai tanto vale finire in bellezza col quarto), o devitalizzare il cavolo di molare accanto. Stavolta sono entrambe le cose, più un'altra seccatura.

Dopo l'ennesimo appuntamento del venerdì con l'amico dei denti sani -e acerrimo nemico dei nervi saldi-  sono tornata a casa con la gengiva maciullata e mezza faccia anestetizzata, e zero possibilità di addentare la focaccia di pasta madre con trevisana che avevo appena impastato (maledett**)/çéç*è+è°?^ç°@]ùàà] !!!).

Dopo una sfuriata delle mie -scusa Merlino! non ce l'avevo con te!- non mi sono data per vinta: col cavolo che Patapata va a letto con la pancia vuota!! Dacché ricordi, non ho mai saltato un pasto, MAI. Non esiste.. piuttosto mi mangio una macedonia di rinforzo, un dolcino (più probabile..). A vedermi non si direbbe che sono una golosona, ma è così. Perciò questa cosa della bocca convalescente è davvero un dramma per me!

E fu così, che quel piatto improvvisato stile orfanotrofio, si è rivelato una squisitezza, degno di foto e conseguente post!
La dolcezza del porridge d'avena senza latte, arricchita dal sapore un po' ospedaliero e nonnereccio della farina di riso fata a semolino, è quello che ci vuole per accompagnare un bel cespetto di trevisana, giustamente amara e più-che-giustamente ubriaca!


 ..consiglio: magari andateci piano col vino se poi vi dovete beccare un ibuprofene :(



Porridge povero di avena e riso 
con trevisana ubriaca

1 tazza di fiocchi d'avena piccoli
2 cucchiai di farina di riso
2 tazze circa di brodo vegetale leggero
1 cespo di trevisana
1 cucchiaio di olio extravergine
1/2 bicchiere di vino rosso
sale, pepe
noci
aneto fresco


Preparare il porridge: nel pomeriggio ho messo in ammollo l'avena e la farina di riso in una casseruola con il brodo, per ridurre poi al minimo il tempo di cottura. Bastano 7 minuti: accendere il fornello al minimo e continuare a mescolare per evitare che l'avena si attachi al fondo della pentola. Una volta raggiunta la giusta cremosità, il "porridge" è pronto.
Accendere il fornello sotto alla padella antiaderente, versare un cucchiaio di olio e soffriggere un minuto la trevisana. A me piace così, ma volendo potete preparare un soffritto di cipolla per arrichirne il sapore. Sfumare col vino, salare e proseguire la cottura. Io ho stracotto per 10 minuti, per forza dentale maggiore... Pepare e sbriciolare un paio di noci. Impiattare il porridge e al centro la trevisana. Un giro d'olio e qualche ciuffetto di aneto a dare freschezza... dopo un bell'ibuprofene e addio mal di denti :)






Io lo ridico: ricette come questa faranno parte dei miei corsi di cucina! Se siete di queste parti (Seregno, Monza Brianza), o conoscete persone della zona, SAPEVATELO :)))


https://www.facebook.com/pasticcipatapata

Info e iscrizioni: zy.patapata@gmail.com 

venerdì 17 gennaio 2014

Novità: Corsi di cucina firmati Patapata!


Attenzione, prego!!!
Le ricette arrivano eh, ho un sacco di foto fatte e ancora da scaricare, ma sono stati giorni di frenesia a mille!

Questo post è solo per annunciarvi, magno cum gaudio...

 i corsi di cucina firmati Patapata




Ho pensato a tantissimi temi, per tutti i gusti, ma sempre nel rispetto della natura, della stagionalità e del rispetto per l'ambiente, oltre che della nostra salute.

Il primo appuntamento sarà utile per una primo approccio alla cucina naturale, dove prepareremo insieme dei piatti semplici e casalinghi, ma decisamente poco conosciuti perché unconventionally cruelty-free ;)




Per le prossime puntate vi aspetto sul mio blog... e se vorrete/potrete, anche dal vivo ;)

La sede dei corsi è il negozio RegalCasa di Seregno (Monza Brianza)... vi aspetto!


mercoledì 8 gennaio 2014

Riso venere con passatina di finocchio, nocciole e zenzero

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Iniziare la giornata con questo suono, che ti connette il cervello direttamente al luogo di lavoro come in un ologramma, è abbastanza traumatico.
Dopo le feste, poi...
Io non ho fatto ferie, ma avere a casa il maritino che ti accoglie con ancora il grembiulino a fiori addosso, le maniche risvoltate e mille stoviglie parcheggiate nel lavandino (come diamine fanno a sporcare così tante cose per fare un riso o una pasta, dico io!?), è come essere in vacanza!

Da ieri, però, ho ricominciato a preoccuparmi dei pasti e delle schiscette. Ebbene sì, sono un po' maniaca.. ma solo perché credo fermamente che per mangiare bene senza essere ripetitivi, uno si debba un minimo organizzare..
Non dico di fare il menu settimanale, per carità -e conosco gente che lo fa, giuro!!-, ma almeno di pensare la sera prima alla schiscia per il giorno dopo.



Ecco in cosa consiste la mia fantastica organizzazione: in genere faccio cuocere un cereale che mi duri almeno per 2 giorni, poi magari metto sulla pentola il cestello della cottura a vapore con qualche verdura da abbinare. Così il giorno successivo alle 13 non mi resta che saltarli 2 minuti in padella con un filo di condimento, e alle 13.02 eccomi beata a quietare il mio stomaco sofferente.
Il giorno dopo ho ancora una porzione di cereali da abbinare a un altro sugo (tipo uno della scorta militare che ho in freezer da agosto, con i sughetti a base dei nostri pomodori, basilico, peperoni, melanzane etc.).

...nuovo anno, vecchia routine!




Ecco, per esempio, cosa ho mangiato questo mezzogiorno:







Riso venere con passatina di finocchio, nocciole e zenzero

Per due porzioni:

170 g di riso venere
1 baccello di cardamomo (facoltativo)
1 finocchio intero
10 nocciole tostate

2 cucchiaini di gomasio autoprodotto
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
olio di sesamo bio

Mettere a cuocere il riso venere in acqua bollente salata con il cardamomo, che ne esaltà l'aromaticità. I tempi di cottura variano da 25 a 40 minuti a seconda del riso. Applicare sopra alla pentola il cestello per la cottura a vapore e posizionare il finocchio a fettine. Coprire e lasciare cuocere, finché il finocchio si sarà ammorbidito. Prelevare il finocchio e metterlo in un contenitore con 1 cucchiaio di olio di sesamo, 4-5 nocciole, zenzero e un paio di cucchiai di brodo o acqua calda. Frullare con il minipimmer, poi aggiungere il gomasio e tenere in caldo. Mentre il riso termina la cottura, pestare le altre nocciole al mortaio.
Scolare bene il riso eliminando il cardamomo e conservare l'acqua di cottura per un'altra preparazione (tipo una zuppa particolare ...nera!). Impiattare il riso con uno stampino da savarin o un coppapasta e versare la passatina di finocchi. Ultimare con le nocciole tritate.




Postilla: pare che il finocchio abbia un fortissimo potere depurativo, perciò direi che dopo le feste è azzeccato! finocchi a gogò ;)



venerdì 3 gennaio 2014

Vin brulé bianco al moscato d'Asti... un momento di relax!

Vacanze??? Ma quali vacanze, i pochi momenti liberi in cui potrei godermi la casa, i miei coinquiMici e anche il marito che è in ferie, li ho trascorsi ai fornelli... manco fossi un apprendista-secondo-aiuto-sguattero che le feste non se le sogna nemmeno più!

Ovviamente mi piace cucinare, adoro cucinare per gli altri e -cacchio!- lo sto facendo di brutto in questo periodo. Solo che vorrei sapere se questo sbattimento, per dirla alla milanèss, porterà a qualcosa, o se mi devo dare pace una volta per tutte e considerarlo un bellissimo hobby e niente più.
Fatto sta che... sono stanca. La mattina impiegata comunale, il pomeriggio in giro per supermercati e ortofrutta e fino a sera giù a impastare, bollire e spadellare e devo dire che -AHI! Scottature a parte...- in cambio ho sempre ottenuto grandi sorrisi e occhi luccicanti.. che bellezza!!

Ma anche se sono contenta di "lavorare" (o perlomeno darmi da fare...), un pochino di relax in queste feste a montagne russe, me lo meriterò pure io?! Così mi sono presa la serata di ieri per me, o meglio per noi, dopo un intensissima giornata di cucina -e mezzora di pilates per rimettere in sesto la schiena!
Una serata all'insegna di cartoni animati (in particolare mi sono vista Mulan, un cartone che adoro!!), vin brulé bianco speziato fumante e biscottini di pasta madre appena sfornati... e ovviamente una coperta, Tofu raggomitolato sulla pancia e Merlino che si accolla il dolce peso di entrambi (e Tofu e diventato un bel torello eh!): per quest'anno, non potrei chiedere nulla di più!


Auguro a tutti di trovare il proprio angolino di serenità per quast'anno... almeno una volta ogni tanto ;)






Vin brulé bianco (con Moscato d'Asti)

per due tazze

300 ml di moscato d'Asti
100 ml di succo di mela bio
scorza di 1/2 arancia bio
un pezzo di zenzero fresco
2 baccelli di cardamomo verde
2 chiodi di garofano
stecca di cannella SDS Spezie







Lasciare le spezie e la scorza d'arancia in infusione nel vino per almeno un'ora.
Portare ad ebollizione e abbassare il fuoco, facendo sobbollire per 5 minuti. Spegnere e lasciare coperto per qualche minuto. Filtrare con un colino e gustare caldo.
La dolcezza del moscato e del succo di mela permette di omettere del tutto il miele o lo zucchero.




Per accompagnare, consiglio dei biscotti integrali, magari con uvetta o frutta secca. Io ho preparato dei biscottini semplicissimi con pasta madre, farina semintegrale, miele, uvetta e mandorle. Appena sfornati, subito divorati!