martedì 30 ottobre 2012

Fingerfood "belgorientale" (per sublimare il desiderio di viaggi)

Credo che i "curiosi" di cucina come noi siano un po' come gli scrittori di racconti avventurosi e di fantasia. Non ho detto "appassionati di cucina", perché in un curioso oltre alla passione c'è l'intenzione di realizzare qualcosa di innovativo, che riassuma o evochi esperienze, luoghi, emozioni.. Un appassionato invece può cucinare divinamente, ma essere assorbito dal manierismo culinario, ovvero tecniche, metodi, cotture... Un po' come un pittore fra XVI e XVII secolo, al confronto con un artista espressionista. Certo, il più delle volte il risultato è quello che conta. Tuttavia, quando dietro a un piatto c'è di più, qualcuno potrebbe notare la nota emotiva che si cela dietro a una tartina :)

Ho tremendamente voglia di viaggiare.
Sono due anni che io e mago Merlino (ho deciso che sarà il nickname di Diego d'ora in poi - Diego, SALLO!) non facciamo un viaggetto come si deve. è vero, siamo stati in Egitto ( E CHE W O W ! ! ! ), poi fra la casa e tutto il contingente... puff! Anche noi, assorti nel manierismo domestico!
Eppure il mio desiderio di usare le gambette, gli occhi, il naso e la bocca per assorbire l'ignoto, è sempre latente..
E come lo sublimo??
...indovinate un po' :)

Ultimamente il mio interesse va verso l'oriente (come sempre), ma anche verso il centro-nord.. il BELGIO in particolare.. complici: VOI! Ultimamente ho letto un sacco di resoconti di viaggio in Belgio nei vostri blog, poi sono andata a leggermi diari di viaggio e notizie turistiche e... basta. sono partita completamente per il Belgio!!!
 A queste due mete mi sono ispirata per questo finger:




FINGERFOOD DI HUMMUS E CAVOLETTI DI BRUXELLES


250 g di ceci lessati con alga kombu + acqua di cottura
1 cucchiaio di tahin
2 cucchiai di olio di sesamo
1 cucchiaio di succo di limone bio
un pizzico di paprika dolce
1 spicchietto d'aglio

7-8 cavoletti di bruxelles cotti a vapore

1 cucchiaio di salsa di soia
qualche goccia di umeboshi
1 pezzo di zenzero grattugiato
un pizzico di tzatar (o gomasio)
olio di semi di girasole











Frullare i ceci con gli altri ingredienti, aggiungendo un po' di acqua di cottura, fino ad ottenere una crema liscia e morbida.
Tagliare i cavoletti a metà. Io li ho serviti tiepidi.
Preparare la salsa emulsionando tutti gli ingredienti, tenendo per ultimo l'olio.
Impiattare e versare la salsa all'ultimo.

Io ho accompagnato con delle schiacciatine fatte da me, utilizzando un mix di farine integrali e biologiche (riso integrale, farro, crusca, segale), acqua, fleur de sel e olio evo, cotte poi su piastra per lungo tempo. In alternativa si può pensare di realizzare una vera e propria bruschetta con del buon pane casereccio.












venerdì 26 ottobre 2012

I miei dolcetti choosy: muffin con zucchine e cioccolato bianco

Non amo il cioccolato bianco. Non sono una fan dei muffin.
Perciò ho cucinato con passione questi dolcetti, ieri pomeriggio: questi mini muffin sono il mio piatto "choosy". Io non li mangerò, perché anch'io sono choosy.

è emblematico il tempismo con cui la nostra ministra ha sbaragliato la concorrenza di scosse di terremoto, omicidi e morti bianche, per affermarsi sulla scena italiana da star indiscussa del momento. Infatti, per quanto mi riguarda, nel giro di 24 ore, con il melodioso sottofondo della sua graziosa vocina -che parla pure in inglese, wow! - ho ricevuto ben 2 porte in faccia, lavorativamenteparlando..

segue momento di depressione post-legnata.

segue euforia involontaria alternata a sprazzi di pianto isterico.

segue serie di insulti vomitati in quantità industriali contro la suddetta, anche su facebook (segue pentimento).


Ora che sono più o meno rientrata nei ranghi, posso giocarmi l'ultima arma, che non servirà a nulla nel concreto, certo; domani non avrò un lavoro, né l'italia si deciderà a dare fiducia ai suoi giovani, e probabilmente lei nemmeno si rimangerà quello che ha detto..

Però è questo che posso fare, perché IO LO SO FARE questo lavoro, anche se nessuno mi pagherà per aver scritto questo post, eppure mi sento appagata nel farlo!!


Ed ora, la ricetta:







Cara Elsa,


mi ci è voluto un po' per capire a chi ti riferissi, parlando di ragazzini choosy:

forse ai giovani laureati, magari anche magistrali, che rincorrono uno stage-non-retribuito dopo l'altro, che una volta finito li lascerà a casa (ah ma con che grande bagaglio culturale!), lavorando la sera al pub per pagarsi almeno il treno e l'autobus?

Oppure i più fortunati di noi, laureandi e laureati, sfruttati da chicchessia con contratti a chiamata, co.co.pro., voucher, di eterno apprendistato, rinnovati un po' sì e un po' no, che lavorano sotto minacce del tipo "se ti va bene è così; sennò io un altro come te lo trovo in 5 minuti"?

O forse dicevi ai lavoratori in nero, babysitter, ripetizioni, camerieri, lavapiatti, pagati a seconda dell'umore del capo, senza possibilità di replica?

... più probabilmente parlavi di quelli che una volta laureati, sono rimasti disoccupati. E mi ci metto in pieno anch'io. Ebbene sì: io sono choosy.

Mi sono laureata due anni fa in storia dell'arte (sì, proprio quella "cosa", che solo a sentirla, alle HR rabbrividiscono). Da quando studio, ho lavorato in bianco, in nero e più spesso al verde.
Ho fatto la cameriera la sera, la barista-commessa di giorno, ho dato ripetizioni praticamente aggratis per anni, ho fatto (e faccio ancora) la babysitter, l'operaia, la lavapiatti-lavapavimenti-lavacessi, l'inventarista, ho lavorato e lavoro (usando il verbo impropriamente) a provvigione per pubblicizzare eventi artistico-culturali.
L'anno scorso io e il mio ragazzo (lui è dottore in informatica graziealcielo!) ci siamo buttati in un'avventura estrema, assurda, probabilmente fatale: la convivenza, con un mutuo sulle spalle per 20 anni. Volevamo distinguerci dai bamboccioni, volevamo iniziare a creare una famiglia. Siamo due persone con la testa sulle spalle, sappiamo fare sacrifici.. e lei?? Lei ha una figlia (e lasciamo perdere tutto......). Io ho 25 anni, e so che probabilmente non ne avrò mai. E se ci capitasse questa sfortuna, che vita avrebbe nostro figlio? Studierebbe anche lui fino a 30 anni, perché adesso chi non ha tre lauree è out? e poi? se ne andrà all'estero, probabilmente in Cina, e ci invierà un assegno mensile, perché noi non avremo mai una pensione?


Per il momento l'unica attività a tempo indeterminato che posso vantare è la mia indignazione nei confronti di..
E qui casca l'asino. La cosa peggiore, è che non abbiamo un capro espiatorio su cui far cadere tutte le colpe di cui siete, siamo, sono stati, colpevoli. Oggi sei tu, domani.. chissà.


E adesso? Un colloquio dietro l'altro, con conseguenti no uno dietro l'altro o, peggio, silenzi prolungati.
Dopo ogni NO, dietro cui si nascondono inevitabilmente tutte le tue speranze, cui ti sei aggrappato con le unghie e con i denti, perché non hai nient'altro in mano, se non quella speranza (che di solito è un tirocinio spesato, o al massimo una sostituzione maternità di 3 mesi)... si ricomincia daccapo. Ogni volta.
E di nuovo: camicia stirata, curriculum fresco di stampa, sorrisi e convenevoli ad un altro colloquio.

Noi sappiamo cosa sono i sacrifici.


Noi siamo grandi, siamo forti.. forse solo di questo vi dobbiamo ringraziare: siamo diventati forti, tanto da combattervi con le nostre parole, le nostre ricette, foto, idee, canzoni... 

..è solo molto triste che lavoriate non per noi, ma contro di noi.

Silvia -very very choosy




MINI MUFFIN choosy 
CON ZUCCHINE E CIOCCOLATO BIANCO



Ingredienti per circa 18 mini-muffin:

1 uovo choosy
4 cucchiai di olio di semi choosy
1 cucchiaio di zucchero di canna choosy
essenza di vaniglia choosy
zenzero grattugiato choosy
1  zucchina choosy 
1 cucchiaio di yogurt magro choosy

40 g cucchiai di zucchero semolato choosy
50 g di cioccolato bianco choosy

100 g di farina 00 + 50 g di farina di farro (entrambe choosy)


1 cucchiaino di cremor tartaro choosy
sale choosy


grattugiare la zucchina e lo zenzero e tenere da parte. Unire i liquidi e lo zucchero di canna e sbattere. Aggiungere zucchine e zenzero.
In un'altra ciotola, setacciare le farine con il lievito, aggiungere le altre polveri. Versare anche i liquidi e infine il cioccolato bianco, freddo di freezer e fatto a pezzettini.
Riempire i pirottini quasi fino all'orlo e infornare a 180° per 15 minuti.


Diego dice che sono buonissimi.










venerdì 19 ottobre 2012

Insalata con caprino e melograno

I colori dell'autunno! Nessun sintomo della nostalgia post-estate che a un certo punto prende tutti noi. Ormai  viviamolo in pieno, l'autunno, con i suoi milleeppiù colori meravigliosi, profumi di sottobosco e voglia di bevande calde, cioccolate e vino rosso.. una insolita quiete si diffonde tra le stradine dei paesi: nessuno schiamazzo di bambini su biciclette fiammanti, ma stivaletti che ciacciano sull'asfalto bagnato e coperto di foglie. La mattina... adoro la mattina vedere il cielo schiarirsi lentissimamente, per poi raggiungere quel biancore diffuso senza sorgente. Mi rassicura l'immagine dei ragazzini con cartelle e cartellette dirigersi alla fermata del bus. Mi tranquillizza l'idea che ciascuno viva secondo uno schema di orari e impegni imprescindibili dalla propria esistenza. Mi ci fionderei, in una rete fitta fitta di cose-da-fare. Vorrei darmi da fare...

Per ora, mi do da fare in cucina, e qualche volta vi mostro cosa ho preparato, per me e Diego. Come la cena dell'altra sera:


 

INSALATA CON CAPRINO E MELOGRANO

Per due persone

1/4 di crauto rosso
2 carote
insalata verde q.b., quella che preferite
1/2 melograno
2 caprini
2 cucchiai di sesamo tostato
pane nero (integrale, ai cereali o di segale) per accompagnare

per il condimento:
succo di 1/2 melograno
2 cucchiai di olio evo
sale, pepe
qualche goccia di succo di limone o aceto







Affettare il caprino freddo di frigo (è più facile dato che è ancora compatto) e metterlo da parte, a temperatura ambiente.
Grattugiare le carote e il crauto, con l'aiuto di una grattuggia e una mandolina. Io ho ricavato anche dei nastri di carote per formare delle roselline.
Aggiungere l'insalata e mescolare il tutto in una ciotola.
Preparare la vinaigrette/citronette al melograno: tagliare il frutto a metà, scranarne una delle due parti e spremerne i grani (pazientemente a mano!). Raccogliere il succo e sbattere insieme agli ingredienti con una frusta, lasciando l'olio per ultimo. Aggiungere il resto del melograno all'insalata.
Comporre il piatto con le fette di caprino e versare il condimento. Tostare leggermente i semi si sesamo e versarli sull'insalata. Accompagnare con delle fette di pane nero caldo.







Partecipo al contest di Ely Colora il tuo autunno  nella categoria Gratì Amo :









sabato 13 ottobre 2012

Dolce canadese e TANTI AUGURI A..

Con questo post sono in megaritardo!!! Purtroppo ieri non sono riuscita a cucinare, perciò provo a rimediare oggi...

il 12 ottobre (IERI..) era il compleanno di mia sorella e, dato che vive a Napoli e che ci vediamo assai di rado (mea culpa, principalmente.. prima lavoravo troppo, ora per niente - and so no money..), non possiamo mai farci dei regali materiali, almeno non nelle date giuste. Non è proprio carino ricevere il regalo di compleanno a natale e l'uovo di pasqua a ferragosto, per intenderci..

Perciò per quest'anno ho pensato di farle gli auguri a modo mio, in quello che è diventato il mio mondo felice, il mio blogghino, e con questo dolce...........
e sono comunque riuscita ad arrivare in ritardo!!!!!  che crapa :)




TANTI AUGURI SERY!!!
  
Qui c'è una fetta che ti aspetta (che dici, la congelo?!?), nel frattempo ti do la ricetta ..
-e bada che le rime non sono mica a caso!!








DOLCE CANADESE 
(ricetta tratta da questo libretto di ricette vegetariane)


2 uova
200 g di farina integrale (io integrale, grano duro, ceci)
200 g di carote grattugiate
75 g di uvetta
75 g di cocco
140 g zucchero di canna (io 110 g)
80 ml olio (io 60 ml di olio di semi di girasole)
1 cucchiaino di cremor tartaro
cannella
noce moscata
sale
latte di soia o acqua (facoltativo)


Mettere le uvette in ammollo in acqua tiepida o succo di mela.
Mescolare rapidamente uova, zucchero e olio, aiutandosi con una frusta. Ottenuto un composto omogeneo, aggiungere le polveri amalgamando bene, poi le carote, il cocco e infine l'uvetta, strizzata e passata nella farina.
Se fosse troppo "gnucco", aggiungere del latte di soia (io ho aggiunto solo 2 cucchiai di acqua).
Versare in uno stampo da plum cake (in realtà la foto sul libro riporta una torta classica, ma questa ricetta mi sembra più adatta per quest'altra forma, ispira colazione, energia.. do you agree??).
 Cuocere in forno caldo a 180° per 40 minuti (spacca il minuto questa ricetta!).












L'autore consiglia di tagliarlo tiepido e consumarlo accompagnato con della ricotta... sinceramente trovo questo ingrediente più che superfluo.. Da solo è già un'esplosione di sapori ed energie sufficienti ad affrontare una lunga mattinata di lavoro!




















venerdì 5 ottobre 2012

Riso nero con verdure al miso e salsa all'aglio

Relax! Se esistesse un lato piacevole del lavoro interinale, sarebbe senz'altro la sua breve DURATA, cioè il poter vedere la sua FINE! Si trattasse di lavori leggeri e di scarsa manualità, niente da dire.. purtroppo però la realtà è un'altra, e non trasformerò un post culinario in una critica alla civiltà capitalistica, né in un'analisi scrupolosa della crisi che l'attraversa.. perciò tranquilli ;)

Questo piattino dal sapore estremorientale (al completo di stoviglie altrettanto asiatiche che sfoggio con orgoglio per il mio blogghettino!!) ispira decisamente calma e quiete, nobile semplicità e quieta grandezza, come diceva il caro Winckelmann! Già, è un'espressione che si addice ai piatti orientali in generale: se dovessi trasporre le varie tradizioni e tendenze culinarie in uno schema di classificazione di tipo storico-artistico, direi che la cucina dell'estremo oriente, soprattutto quella giapponese, thai, coreana etc., è decisamente neoclassica. Niente di più riuscito come risultato dell'unione di armonia, sentimento e pulizia di forme e sapori, il tutto fondato scrupolosamente su leggi ferree e calcolate razionalmente.

Dopo questa infiltrazione della storica d'arte che c'è in me, passiamo alla ricetta!






RISO NERO DELLA CAMARGUE
CON VERDURE AL MISO 
E SALSA ALL'AGLIO


Per due porzioni
150 g di riso nero della camargue (equivale riso venere)
2 baccelli di cardamomo verde
sale grosso

1 peperone rosso
1 pezzo di daikon
1/4 di cavolfiore
1/2 porro
1 cucchiaio di shoyu
1 cucchiaio di umeboshi
1 cucchiaino di miso nero
zenzero fresco

Per la salsa all'aglio (la mia era veramente piccantissima)
2 spicchi d'aglio (ne basta uno)
125 ml di yogurt naturale
8 mandorle pelate
1 cucchiaio di olio di semi
poche gocce di succo di limone
sale
3-4 foglioline di mentuccia


Innanzitutto portare il riso a cottura, perché occorrono circa 40 minuti dal bollore. Per esaltarne l'aromaticità, ho aggiunto all'acqua salata due piccoli baccelli di cardamomo.
Nel frattempo preparate la salsa all'aglio (volevo ricreare una sorta di aioli alleggerita, nel ricordo delle scorpacciate camarguesi.. anche se non è proprio la stessa cosa!), frullando tutti gli ingredienti con il minipimmer, tranne la mentuccia, che ho tritato e inserito alla fine.

Pulire e tagliare le verdure in pezzi abbastanza piccoli e circa della stessa grandezza. Soffriggere il porro con poco olio di semi, aggiungere nell'ordine peperone, daikon e cavolfiore. Portare a cottura, aggiungendo un po' di brodo caldo se necessario. A metà cottura preparare un'emulsione con il succo dello zenzero spremuto, l'umeboshi e la salsa di soia; questo liquido andrà aggiunto a freddo prima di impiattare. In una tazzina sciogliere il miso in un cucchiaio di brodo caldo. Quando le verdure sono ancora croccanti, spegnere il fuoco e inserire il miso, mescolando per bene.
Impiattare il riso e servire con contorno di verdure, irrorate con l'emulsione allo zenzero e umeboshi, che darà l'acidità necessaria, e accompagnare con la salsa all'aglio.